(Teleborsa) - La lotta all'evasione sarà, come messo nero su bianco nel DEF, uno dei pilastri della prossima Legge di Bilancio. Una vera e propria piaga da combattere, con tutti...
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A lanciare l'allarme la Cgia di Mestre: dall'attività di accertamento svolta dall'Agenzia delle Entrate lo scorso anno sulle attività economiche emerge come la maggiore imposta media accertata per ogni singola grande azienda sia pari a poco più di 1 milione di euro, per la media impresa di 365.111 euro e per la piccola di 63.606 euro.
"Questi dati ci dicono che la potenziale dimensione dell'infedeltà fiscale delle grandi aziende è enormemente superiore a quella delle piccole – sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi degli Artigiani di Mestre Paolo Zabeo. Ovviamente, nessuno di noi auspica che il Paese si trasformi in uno Stato di polizia tributaria; tuttavia, una maggiore attenzione verso questi soggetti sarebbe auspicabile, visto che le modalità di evasione delle holding non è ascrivibile alla mancata emissione di scontrini o ricevute, bensì al ricorso alle frodi doganali, alle frodi carosello, alle operazioni estero su estero e alle compensazioni indebite. Reati, quest'ultimi, che non verranno nemmeno sfiorati dalle misure di contrasto all'utilizzo del contante che il Governo metterà a punto nelle prossime settimane".
Tesi condivisa anche dal segretario della Cgia Renato Mason: "Grandi o piccoli che siano, gli evasori vanno perseguiti ovunque si nascondino, sottolinea. Tuttavia, se il nostro fisco fosse meno esigente, lo sforzo richiesto sarebbe più contenuto e probabilmente ne trarrebbe beneficio anche l'Erario". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero