Findus, tonno e salmone più sostenibili certificati Msc e Asc

Findus, tonno e salmone più sostenibili certificati Msc e Asc
(Teleborsa) - Un marchio di eccellenza, confermato, quello di Findus che ancora una volta ottiene il marchio blu di pesca sostenibile MSC (Marine Stewardship Council) e quello...

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(Teleborsa) - Un marchio di eccellenza, confermato, quello di Findus che ancora una volta ottiene il marchio blu di pesca sostenibile MSC (Marine Stewardship Council) e quello verde di acquacoltura responsabile ASC (Aquaculture Stewardship Council) per il proprio tonno e il proprio salmone, portando così a 57 le referenze di pesce certificate, pari al 91% della propria produzione, con lo scopo di arrivare al 100% entro il 2025.


La società ittica, da diversi anni, lavora per avere prodotti a base di pesce e frutti di mare da pesca sostenibile, ma il riconoscimento più importante riguarda quello della pesca del tonno: ad oggi, solo il 29% del pescato mondiale ha il certificato MSC. Grazie alla collaborazione con Pacifical Wild Tuna, il 100% del tonno Findus proviene da pesca certificata e sostenibile. Per ottenere il marchio blu di pesca sostenibile e certificata MSC è necessario rispettare tre criteri: la pesca deve lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto e deve essere gestita dalle aziende in modo responsabile e nel rispetto delle leggi vigenti.

Una forma di contrasto nei confronti della pesca intensiva potrebbe essere vista nell'acquacoltura, se praticata in modo virtuoso e controllato. Il marchio ASC è stata creato per stabilire se l'allevamento è realmente sostenibile, essendo un'organizzazione internazionale indipendente che stabilisce requisiti rigorosi per l'acquacoltura responsabile, spronando i produttori ittici a minimizzarne l'impatto ambientale perché, se non ben gestita, si potrebbero avere effetti negativi come l'inquinamento delle acque, l'interruzione degli ecosistemi locali e condizioni di lavoro sfavorevoli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero