Cambiano i “piloti”, ma la strategia rimane la stessa. L'addio di Luca Cordero di Montezemolo che il prossimo 13 ottobre lascerà la presidenza della Ferrari non...
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Gli analisti della banca d'affari fanno anche notare che case automobilistiche come Ferrari e Maserati, per le quali rispettare le nuove norme in materia di emissioni di CO2 costituisce una sfida non facile da vincere, in futuro non avranno grandi chance di sopravvivere al di fuori di un Gruppo. Inoltre, gli autori del report dicono di non credere nello sbarco in Borsa del Cavallino Rampante. Ipotesi peraltro esclusa in più occasioni sempre da Marchionne («Sono dieci anni che vado ripetendo che la quotazione del Cavallino non è in agenda»).
Oggi Ferrari e Maserati contribuiscono per il 25 per cento ai risultati operativi del Gruppo. Sempre secondo Credit Suisse il valore dei due marchi corrisponde a più di un quarto del totale dell'enterprise value del settore automotive della casa torinese. Nel report appena pubblicato gli analisti della banca d'affari tornano poi ancora una volta sul piano industriale 2014-2018 presentato da Marchionne prima dell'estate.
Piano che continua a non convincerli dal momento che insistono nel definirlo eccessivamente ottimistico. Per il 2014 Credit Suisse prevede un potenziale downside della guidance. Oggi Marchionne, dal canto suo, a margine della presentazione della Jeep Renegade, prodotta a Melfi, non ha escluso del tutto la possibilità di ritoccare gli obiettivi 2014 (non prima però del terzo trimestre). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero