(Teleborsa) - E' stata forte a febbraio la prestazione dell'economia manifatturiera dell'eurozona, le condizioni operative infatti sono migliorate al tasso maggiore in tre anni....
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A febbraio, tutti e tre i sottosettori hanno registrato migliori condizioni operative. I produttori dei beni di investimento hanno riportato la crescita più alta e la migliore da gennaio 2018, seguiti dai produttori dei beni intermedi. Malgrado il sottosettore dei beni di consumo abbia registrato proporzionalmente una crescita modesta, ha comunque messo a segno il risultato migliore dallo scorso settembre. Con la sola esclusione della Grecia, dove il rispettivo PMI è scivolato appena al di sotto di 50, la ripresa della crescita manifatturiera osservata a febbraio è stata generale con tutte le nazioni che hanno registrato PMI più alti rispetto a quelli di gennaio. La Germania e i Paesi Bassi, dove l'espansione delle esportazioni è risultata particolarmente elevata, hanno continuato a primeggiare, in termini di crescita generale. L'Austria ha riportato il risultato migliore in tre anni, mentre le espansioni osservate in Italia e Francia sono state le maggiori da inizio 2018. I tassi di crescita osservati in Spagna e Irlanda sono stati nel confronto modesti.
Il PMI manifatturiero dell'eurozona è stato stimolato dalle forti crescite sia della produzione che dei nuovi ordini, con entrambi i valori che hanno raggiunto i livelli migliori dai recenti record di ottobre.
"La solida espansione del manifatturiero sta certamente aiutando ad ammortizzare l'attuale debolezza causata dal virus in parecchi settori a diretto contatto con i consumatori, alleviando l'impatto delle recenti restrizioni in parecchie nazioni e aiutando a limitare il tasso generale di contrazione economica - ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, analizzando i dati finali PMI del manifatturiero dell'eurozona -. Lo scatto di crescita ha portato tuttavia con sé i suoi problemi, con l'offerta di forniture che non riesce ancora a soddisfare la domanda. I ritardi nelle spedizioni e la carenza di materiale sono problemi largamente menzionati che hanno causato ritardi quasi record sulla catena di distribuzione. I prezzi pagati per le materie prime sono di conseguenza aumentati al tasso più veloce in quasi dieci anni, suggerendo un ulteriore aumento dell'inflazione dei prezzi al consumo nei prossimi mesi, o almeno finché l'offerta e la domanda non ritorneranno a bilanciarsi". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero