«La situazione è seria, ma non drammatica». Una fonte comunitaria riassume così la crisi che sta attraversando Deutsche Bank sui mercati, nel momento in...
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L’ALLARME
Ma l’ipotesi di un tracollo di Deutsche Bank allarma. Il suo bilancio supera il 10% del Pil della zona euro e le interconnessioni con gli altri istituti di credito del continente fanno temere un effetto Lehman sul sistema bancario europeo. Con le elezioni tra un anno, Merkel e Wolfang Schaeuble hanno un margine di manovra limitato. La cancelliera e il suo ministro delle Finanze hanno escluso di usare i soldi dei contribuenti per salvare le banche. Secondo un sondaggio, il 68% dei tedeschi è contrario ad un salvataggio. Ma, se Deutsche Bank non recupererà rapidamente la fiducia degli investitori, un intervento pubblico potrebbe rivelarsi necessario per salvare l’economia della Germania e, più in generale, della zona euro. A livello politico, con la crisi di Deutsche Bank, la posizione di Merkel in Europa potrebbe indebolirsi nelle partite sull’austerità e sul «bail-in» (le perdite per azionisti, obbligazionisti e depositi sopra i 100 mila euro in caso di salvataggio pubblico di una banca, ndr). «Con i suoi rilievi sulle banche tedesche Matteo Renzi ha segnato un punto», dice la fonte. La Germania, con Deutsche Bank e Commerzbank, diventa il terzo paese con Italia e Portogallo ad essere fonte di preoccupazione. Contrariamente alle speranze, i bilanci delle banche europee non sono stati ripuliti durante la crisi, rendendo fragile tutta la zona euro. Ma dentro la Commissione sottolineano che la situazione delle banche italiane non migliora a causa dei problemi tedeschi. «Gli istituti di credito in Italia sono pieni di crediti deteriorati» e «non c’è volontà politica di trattare il problema complessivamente» per l’opposizione dell’opinione pubblica al «bail-in». L’approccio adottato da Roma, in collaborazione con Bruxelles, è di «sgonfiare il problema a poco a poco», spiega la fonte. Sul Monte dei Paschi non si attende una soluzione «prima del 4 dicembre», quando gli italiani andranno alle urne sul referendum costituzionale. Ma, nel momento in cui il settore è sotto pressione in tutta Europa, l’Italia «non può attendere troppo a lungo».
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Il Messaggero