La decisione dell'agenzia di rating americana Standard & Poor's (S&P) di confermare la pagella all'Italia fa tirare un sospiro di sollievo al governo...
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Anche Moody's, l'altra grande agenzia di rating americana, lo scorso 15 marzo aveva deciso di rinviare il suo verdetto confermando all'Italia il giudizio Baa3, appena un gradino sopra il livello spazzatura. Mentre il mese precedente era stata Fitch, la terza fra le big delle società di valutazione a stelle e strisce, a confermare il giudizio BBB, sempre il penultimo gradino prima del girone dei non affidabili.
Le nubi sull'economia italiana e sui conti pubblici comunque restano, anzi col passare del tempo possono aggravarsi. Non a caso ieri Confindustria ha messo in rilievo uno scenario ancora «fragile e incerto». In questa situazione dovrà innestarsi «un arduo esercizio» in autunno, quello della messa a punto della manovra. «Non ci sono opzioni né facili né indolori», è l'avvertimento dell'ufficio studi di viale dell'associazione, che già prevede «una manovra ingente con effetti recessivi». Gli effetti sui consumi del reddito di cittadinanza, misura bandiera dei 5 stelle, si vedranno solo nella seconda parte dell'anno, e saranno comunque limitati (+0,2% secondo lo stesso governo). Anche la spinta attesa dall'esecutivo dal decreto crescita e dallo sblocca cantieri si farà sentire solo gradualmente. Il Documento di economia e finanza (Def) si inquadra in «un contesto di consumi interni quasi fermi, investimenti privati attesi in calo e, in generale, un rallentamento dell'economia mondiale», sottolineano ancora gli industriali. Contiene stime realistiche, indica gli obiettivi ma «dice poco» su «quali politiche economiche intende adottare per realizzarli», aggiunge l'associazione guidata da Vincenzo Boccia. Soprattutto resta da vedere dove si troveranno 23 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva. Senza contare i fondi che serviranno a finanziare almeno una parte della flat tax voluta dalla Lega.
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Il Messaggero