(Teleborsa) - "Sette leggi, 15 decreti legge, 21 DPCM, 19 protocolli anticontagio, 35 circolari dell'Inps, 12 circolari dell'Inail, numerosissime circolari esplicative, risposte,...
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Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, sottolineando che "l'attività del Governo, che si è basata in questi mesi di emergenza sul promettere liquidità un po' per tutte le categorie economiche (ad esclusione dei professionisti), non ci ha mai trovati d'accordo". "Ma adesso - prosegue - si va addirittura oltre, violando il principio cardine dell'equità e promettendo nuovi contributi a fondo perduto. Eppure, alcuni contribuenti stanno ancora attendendo il fondo perduto di luglio/agosto. Ci chiediamo perché lo Stato insista con questo comportamento: non è bastata la farsa del bando Invitalia, o l'errata valutazione sul fondo sanificazione?".
"Purtroppo dobbiamo rilevare che continua a mancare un collegamento con il territorio e con quella realtà operativa che si occupa fisco ed economia. Non coinvolgere i professionisti è un errore che potrà avere effetti disastrosi: 10 mila pagine di provvedimenti sono un costo sociale in termini di ore di lavoro sottratte agli studi professionali e soprattutto in termini di distanza siderale dai cittadini. Si impone una celere inversione di tendenza - conclude il Presidente dei giovani commercialisti - in cui il pragmatismo della nostra categoria può fare la differenza. Per evitare che la "seconda ondata" di Decreti ci travolga". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero