Cinecittà tornerà agli antichi splendori: parola del settimanale The Economist

Cinecittà tornerà agli antichi splendori: parola del settimanale The Economist
(Teleborsa) - Cinecittà può tornare ai suoi antichi splendori e diventare il principale polo del cinema in Europa. Se lo domanda il quotidiano britannico The Economist, che...

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(Teleborsa) - Cinecittà può tornare ai suoi antichi splendori e diventare il principale polo del cinema in Europa. Se lo domanda il quotidiano britannico The Economist, che dedica un ampio servizio alla "svolta" di Cinecittà sotto la guida dell'Ad Nicola Maccanico: dal libro "Hollywood sul Tevere", che racconta gli anni d'oro di Cinecittà, a "Cinecittà si Mostra", il settimanale non lascia in secondo piano il Museo Italiano Audiovisivo e Cinema (MISC) con i suoi circa 100mila visitatori l'anno.


Spazio anche ad una intervista all'ad Maccanico sulle prospettive future. "Fino a poco tempo fa questo era un luogo dove si veniva a fare esperienza della storia del cinema. Oppure a girare un film", ricorda il manager, citando gli importanti registi che si sono fatti ispirare dagli studios di Via Tuscolana, da Martin Scorsese ad Anthony Minghella, regista del Paziente inglese.

"Roma ha un grande potere di attrazione per i filmmaker e anche in una situazione di forte concorrenza - afferma - siamo competitivi grazie al generoso tax credit, che copre il 40% delle spese sostenute in Italia e che può arrivare al 75% dei costi di produzione totali fino a un massimo di 20 milioni di euro l'anno. Inoltre Cinecittà mette a disposizione tecnici e maestranze di grande esperienza. Per tacere della bellezza della città".

A cambiare le prospettive contribuirà il PNRR, che ha messo sul piatto 260 milioni per l'espansione di Cinecittà. Il piano di espansione punta all'ampliamento dei teatri di posa - fino a 24 strutture - con una nuova area di 31 ettari, in crescita di oltre due terzi, cui si aggiunge l'implementazione di tecnologie come il led screen gigante più efficace del tradizionale green screen.

"La produzione di serie, film e documentari vedrà una crescita considerevole", ha affermato il ministro della Cultura Dario Franceschini.
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Il Messaggero