Cina: chiudere le centrali elettriche a carbone per risparmiare 390 miliardi

Cina: chiudere le centrali elettriche a carbone per risparmiare 390 miliardi
Chiudere il 40% delle centrali elettriche a carbone cinesi per risparmiare 390 miliardi di dollari. Lo rivela uno studio di Carbon Tracker, istituto finanziario inglese...

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Chiudere il 40% delle centrali elettriche a carbone cinesi per risparmiare 390 miliardi di dollari. Lo rivela uno studio di Carbon Tracker, istituto finanziario inglese indipendente, in cui sono state utilizzate delle immagini satellitari per valutare l'uso quotidiano e la redditività continua di ciascuna centrale elettrica a combustibili fossili. 


Le centrali elettriche a carbone del Paese asiatico sono in perdita, se venissero chiuse la Cina non solo si ritroverebbe a risparmiare ingenti somme di denaro ma sarebbe anche in linea con l'Accordo di Parigi sul clima. 

La Cina conta oltre 1.000 centrali a carbone operative che producono 127 miliardi di tonnellate di emissioni di C02 nel corso della loro vita. Entro il 2040 il 95% delle centrali elettriche potrebbe registrare delle gravi perdite a livello economico, a causa dei costi legati alle normative sull'inquinamento e al prezzo crescente del carbonio. Lo studio di Carbon Tracker suggerisce quindi di investire in impianti eolici al posto di continuare a far funzionare gli impianti a carbone. Sostituire il carbone con un'energia rinnovabile e pulita. 

«Se la Cina non riuscirà a dismettere gli impianti a carbone, il mondo non riuscirà a contenere i pericolosi cambiamenti climatici. La nostra analisi dimostra che è negli interessi finanziari della Cina ritirare il carbone in modo coerente con l'accordo di Parigi», ha commentato così lo studio realizzato il responsabile del settore energetico e delle utility di Carbon Tracker.

Lo studio arriva subito dopo il monito lanciato dal gruppo scientifico dell'Ipcc:operare tagli molto più profondi all'uso dei combustibili fossili in particolare il carbone per mantenere l'aumento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero