Allungano il passo le Borse europee insieme a Wall Street, riuscendo a evitare che il bilancio settimanale chiuda in rosso per la terza volta consecutiva. I listini del Vecchio...
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A Piazza Affari, ieri chiusa per il Ferragosto, il Ftse Mib ha così guadagnato l'1,51% portandosi a un passo dal livello di chiusura di venerdì scorso (20.322 punti contro 20.324 una settimana fa). Bene anche gli altri principali listini, ieri penalizzati dai timori sulla guerra commerciale Usa-Cina, dopo che Pechino si era detta pronta a mettere in atto le "necessarie contromisure" ai dazi statunitensi che scatteranno a settembre.
Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, in evidenza le banche con lo spread a 208 punti (dai 205 della chiusura precedente, con il tasso sul decennale del Tesoro all'1,38%): Ubi Banca è salita del 5,62%, UniCredit del 3,71% e Banco Bpm del 4,04%. Acquisti anche su Enel (+4,59%), che nei giorni scorso ha rassicurato il mercato in merito alla sua esposizione all'Argentina. Debole invece Fca (-2,71%), dato che il settore automotive risente in modo particolare delle tensioni commerciali.
Fuori dal paniere principale, sono volate del 9,9% le azioni Mediaset, più volte entrate in asta di volatilità, che in vista dell'assemblea del 4 settembre si sono riportate al di sopra del prezzo di recesso che sarà pagato a chi non approverà il riassetto nella holding olandese Media For Europe.
Sul mercato dei cambi, la prospettiva di una Bce sempre più colomba penalizza l'euro, indicato a 1,1097 dollari (1,1150 ieri in chiusura) e 117,98 yen (118,37).
In modesto rialzo, infine, il prezzo del petrolio: il future settembre sul Wti sale dello 0,31% a 54,64 dollari al barile, mentre la consegna ottobre sul Brent mette a segno un +0,65% a 58,61 dollari. Ppa-
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Il Messaggero