Bonus vacanze, boom di furbetti: aumentano le tariffe o chiedono una spesa minima di 1.000 euro

Oltre 225 mila famiglie hanno richiesto il bonus vacanze, per un controvalore di 100 milioni di euro, e 1.500 nuclei lo hanno già speso. Ma l'Unione nazionale...

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Oltre 225 mila famiglie hanno richiesto il bonus vacanze, per un controvalore di 100 milioni di euro, e 1.500 nuclei lo hanno già speso. Ma l'Unione nazionale consumatori ha ricevuto in questi giorni numerose segnalazioni da parte di viaggiatori che hanno provato a usare il voucher senza successo.


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I furbetti


È emerso per esempio che alcune strutture richiedono di spendere almeno mille euro se in possesso di uno sconto pari a 500 euro. Altre praticano tariffe differenziate nei confronti degli aventi diritto al bonus fortemente voluto dal ministro Dario Franceschini.

Fari accesi sui furbetti: sempre l'Unione nazionale consumatori ha annunciato di avere in rampa di lancio un esposto all'Antitrust per pratiche scorrette. Così il presidente dell'associazione Massimiliano Dona: «Più nel dettaglio, ci sono strutture che stanno rifiutando di concedere il bonus a chi aveva prenotato prima del primo luglio. Ebbene, l'Agenzia delle Entrate, rispondendo a un nostro quesito, ha chiarito che la data della prenotazione non ha alcuna importanza, anche se precedente all'entrata in vigore del decreto Rilancio e anche se è già stata versata la caparra. Poi ci sono veri e propri abusi che stiamo per denunciare all'Antitrust: alcuni albergatori, per esempio, pretendono che per usufruire del bonus da 500 euro se ne spendano almeno 1.000, mentre altri applicano tariffe differenziate a seconda che uno vada in vacanza con il bonus o senza. Si tratta chiaramente di pratiche commercali scorrette, sanzionabili dall'Autorità».


Altro rebus. «Non sarebbe consentito ai genitori separati che vanno in vacanza con i figli non conviventi di poter usufruire del bonus. Una situazione che ci ha spinti a presentare un'interrogazione urgente perché la famiglia rimane una ma le esigenze si moltiplicano», ha spiegato Augusta Montaruli di Fratelli d'Italia. Per Fdi il governo avrebbe dovuto adottare la misura garantendo pari diritti ed evitando interpretazioni che possono portare conflittualità. «Si rischia così di pregiudicare il diritto dei genitori non conviventi a garantire ai propri figli un periodo di svago in un momento così grave. Comprendiamo la necessità di evitare abusi e doppie erogazioni, ma risiedere o meno con i figli non rende genitori di Serie B». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero