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Nuovi sostegni a tre mesi per famiglie e imprese contro il caro-energia, ma anche la prima misura strutturale del governo Meloni per calmierare i prezzi dell’energia: un tetto nazionale sui prezzi dell’elettricità prodotta da fonti rinnovali per disaccoppiarli di fatto da quelli del gas e limitare la speculazione. Un modo per creare un tesoretto fatto di extraprofitti che lo Stato può girare direttamente a famiglie e imprese senza tassazione ex post in attesa che arrivi la svolta sul price cap europeo destinato all’ennesimo slittamento. C’è tutto questo nel capitolo della manovra dedicato all’energia con tanto di 21 miliardi di euro in deficit.
Governo, chiusa la manovra da 32 miliardi. Giorgetti:
IL TETTO SALVA-CHOC
Dunque, c’è il bonus sociale luce e gas esteso a una platea più ampia. E crediti di imposta più rotondi da offrire alle imprese. Anche se arriva un primo taglio allo sconto sulle accise sulla benzina a partire da dicembre. Ma la vera novità della manovra discussa ieri in tarda serata in Consiglio dei ministri, è un tetto nazionale al prezzo dell’energia rinnovabili.
IMPRESE
Tornando al pacchetto di aiuti che ricalcano la rotta del governo Draghi, i crediti di imposta riconosciuti alle imprese dovrebbero salire dal 30 al 35% per le piccole attività commerciali. Possibile anche che salga dal 40 al 45% quello per le imprese. È allo studio anche un fondo unico di supporto al fabbisogno energetico, da gestire con aiuti selettivi.
Sul tavolo anche il decreto che, pur confermando il bonus, riduce lo sconto sulle accise con un taglio del beneficio alla pompa che passa da 30,5 a 18,3 centesimi al litro. Il Dl stabilisce, infatti, una riduzione da 25 a 15 centesimi al litro per le accise applicate a gasolio e benzina, mentre per il Gpl il taglio scende di 3,4 centesimi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero