È in bilico la crescita del settore eolico sia in Italia che in Europa. Ad avvisare del pericolo è l'Anev (Associazione nazionale energia del vento) in merito al...
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Sono molti i problemi che riguardano il settore dall'incertezza normativa e regolatoria alla necessità di una maggiore semplificazione delle regole sia per quanto riguarda i nuovi impianti che quelli già esistenti. Se gli Stati membri saranno in grado di elaborare dei Piani nazionali di energia e clima (Pniec) si potranno vedere dei risultati positivi. Soprattutto se verranno semplificate le procedure autorizzative in modo da passare entro il 2023 da 88 a 277 Gw.
Il settore, inoltre, avrà bisogno di rinnovarsi: nei prossimi cinque anni 22 Gw di potenza eolica installata raggiungeranno la fine della vita operativa, ma la normativa stenta a dare l'opportuno sostegno e manca la semplificazione essenziale.
L'Anev sposa perfettamente le posizioni di WindEurope. È necessario, secondo le due associazioni, supportare la crescita dell'energia eolica per l'importanza che ha nella lotta al cambiamento climatico e inoltre perché presenta dei costi ridotti per la produzione di energia elettrica. Non solo: l'industria eolica porta anche lavoro. Il settore impiega oltre 300.000 persone in Europa, di cui 16.000 in Italia.
Tuttavia, entro la fine del 2019, i Paesi membri dovranno presentare i Piani nazionali per l'energia e il clima 2030, che saranno cruciali per il settore eolico e per raggiungere l'obiettivo del 32% di rinnovabili.
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Il Messaggero