Gli ospedali statali in Sudafrica hanno sterilizzato alcune donne incinte sieropositive senza il loro consenso, è la conclusione di un'indagine della Commissione...
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Keketso Maema, direttrice della Commissione, ha spiegato che «tutte le donne che hanno partecipato all’azione legale sono di colore e nella maggior parte dei casi sieropositive. Nel momento in cui erano sul punto di partorire, sono state costrette a firmare dei moduli. E soltanto in seguito si sono rese conto che, con essi, avevano di fatto concesso agli ospedali la possibilità di procedere alla sterilizzazione. In tutti i casi si è trattato di parti cesarei. I medici avrebbero minacciato di non praticare le necessarie cure mediche se le donne si fossero rifiutate di firmare i documenti.
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Medici e infermieri - spiega la Commissione - hanno riferito ad alcune donne sieropositive che non avrebbero dovuto avere figli e che sarebbero morte se non si fossero sterilizzate dopo il parto. Molti hanno accettato la procedura firmando moduli che non capivano. Quando una delle donne ha chiesto a cosa servissero i moduli, un'infermiera avrebbe risposto: «Voi HIV non fate domande quando fate bambini. Perché stai facendo domande adesso? Firma semplicemente i moduli, così puoi andare a teatro».
La commissione ha esortato il Ministero della sanità ad agire per porre fine alla pratica e fornire un risarcimento alle donne colpite. Il ministro della Sanità Zweli Mkhize ha dichiarato che incontrerà il commissario per discutere i contenuti del rapporto.
Le conseguenze per alcune delle donne sono state gravi: sindromi depressive e separazioni. Per tutto ciò, la commissione sudafricana ha concluso che le donne in questione hanno subito gravi violazioni dei diritti umani e trattamenti degradanti. Il rapporto è stato consegnato al ministero della Salute del Sudafrica, che tuttavia, per ora, ha preferito non esprimersi nel merito. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero