In Sudafrica un orfanotrofio per rinoceronti: ci lavorano sei donne

In una lussureggiante foresta in Sudafrica, nella provincia del Limpopo, c'è un orfanatrofio nato grazie a donazioni private che ospita i rinoceronti rimasti soli per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

In una lussureggiante foresta in Sudafrica, nella provincia del Limpopo, c'è un orfanatrofio nato grazie a donazioni private che ospita i rinoceronti rimasti soli per colpa di bracconieri senza scrupoli che hanno ucciso loro i genitori per vendere al mercato nero le corna da cui si ottiene la cheratina venduta a 90mila euro al chilo.

Per 24 ore al giorno sei donne, due di loro sono volontarie, si prendono cura dei cuccioli di rinoceronte che arrivano al loro cancello. Spesso feriti, sempre traumatizzati. Intorno alla proprietà ci sono terreni che sono stati chiusi al pubblico per motivi di sicurezza. All'orfanatrofio non sono ammessi turisti. Si fa qualche eccezione per pochissimi visitatori. La missione è chiara: salvataggio, riabilitazione e rilascio. Il papà del progetto è Arrie Van Deventer, 67 anni, un ex insegnante di storia diventato allevatore di selvaggina. L'idea dell'orfanatrofio, racconta, gli è venuta quando nel 2011 si ritrovò per le mani un vitellino di rinoceronte ferito, sopravvissuto all'omicidio della madre e dei fratelli e realizzò che per il piccolo non c'erano strutture idonee a d accoglierlo, se non quelle turistiche. Da qui, la decisione di costruire l'orfanatrofio.

Coronavirus, il lockdown non ferma i bracconieri: è strage di rinoceronti

 

Gli ospiti oggi sono per lo più piccoli di rinoceronte bianco, ma anche alcuni esemplari neri, specie in pericolo di estinzione. «Siamo le loro madri», dice Yolande Van Der Merwe, 38 anni, manager del team di accoglienza. «Dormiamo vicino a loro per offrire calore e comfort, perché quando vengono lasciati soli i piccoli urlano e le loro grida sono acute, come i suoni del delfino». Accudire i più piccoli è assai impegnativo. Aspettano con impazienza grandi biberon con una miscela di latte e riso bollito che vanno dati loro ogni poche ore. Nel primo anno di vita i vitelli di rinoceronte acquistano più di 350 kg di peso. Una volta che la riabilitazione è stata completata i rinoceronti vengono rilasciati in una vicina riserva dove un ambientalista tiene aggiornato l'orfanatrofio sui loro progressi.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero