Il lockdown imposto a seguito dell'emergenza Covid-19 e che ha congelato il turismo legato ai safari fotografici in diversi Paesi africani, non ferma i bracconieri che, anzi,...
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"Mille occhi, sono meglio di due". Così, in due parole, è stata spiegata la nuova situazione seguita alla mancanza dei mille occhi dei turisti con ranger al seguito che, quotidianamente, nel corso delle visite nei parchi naturali, erano arrivati a rappresentare un ulteriore deterrente per i bracconieri. Anche e soprattutto per questo, l'inatteso arrivo della pandemia, ha dato campo libero ai professionisti del mercato nero di animali. E allora ecco le drammatiche cifre della strage che, indifferente e crudele come non mai, continua a perpretarsi ai danni della fauna selvatica e dei rinoceronti in particolare che, come illustrato dalla terribile immagine diffusa da Nico Jacobs, fondatore del Rhino 911, l'organizzazione no profit sudafricana che si occupa di salvataggio e recupero animale con gli elicotteri, fa registrare casi di bracconaggio quasi quotidiani.
Dal 23 marzo, spiega Jacobs al NY Times, data che ha segnato l'inizio del lockdown in Sudafrica, non meno di 9 rinoceronti sono rimasti vittima dei bracconieri soltanto nella Provincia Nord-Ovest del Paese". Non va meglio in Botswana, altra regione africana nota per la varietà di fauna selvatica. Lì, la Rhino Conservation Botswana, l'associazione che offre cure e rifugio agli esemplari feriti o rimasti orfani, parla di altri 6 individui uccisi. "Negli ultimi dieci anni, sottolinea l'associazione, il bracconaggio ha colpito ben 9.000 rinoceronti".
Il Messaggero