«Io, scrittrice di successo in Italia faccio la badante»

«Io, scrittrice di successo in Italia faccio la badante»
«Vedrai il Colosseo». Quella frase uscita di bocca ad una mia amica per consolarmi, ha colto nel segno, mi ha di colpo fatto smettere di piangere» ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Vedrai il Colosseo». Quella frase uscita di bocca ad una mia amica per consolarmi, ha colto nel segno, mi ha di colpo fatto smettere di piangere»


Liliana Nechita è una scrittrice romena che da quindici anni vive in Italia dove lavora come badante. Ha pubblicato diversi libri, tradotti in italiano, tra cui Ciliegie amare, dove racconta la sofferenza delle donne costrette a lasciare i loro figli per andare a lavorare lontano da casa. In Romania ha vinto anche il premio Donna dell'anno per il suo impegno a sostegno della condizione femminile. E ama profondamente l'Italia e la sua cultura.
È partita dalla Romania quindici anni fa. Dolore e sogni insieme.
«Il Colosseo lo avevo sognato tante volte, tante volte avevo immaginato battaglie e combattimenti tra gladiatori, ed ora, la consolazione all'idea di dover lasciare il mio paese era la possibilità di vivere a Roma, salire sulle gradinate del Colosseo ed entrare nell'arena. Lasciare le mie figlie mi strappava il cuore, erano ancora piccole ed io stavo partendo dalla Romania sola per andare a lavorare in Italia, lo facevo per loro, per assicurare loro un futuro, per farle studiare, per poter mandare dei soldi a casa ogni mese. Tutto giusto, ma era dura. Ero determinata, ma allo stesso tempo disperata. Una mia amica sapendo quanto amassi la cultura classica e l'Italia mi ha suggerito, sussurrato ad un orecchio, quella frase potrai vedere il Colosseo. E' stato uno spiraglio di luce, mi sono attaccata a quell'idea».
Nonostante la fatica del lavoro e il dolore per la distanza dalla sua famiglia è riuscita a mantenere un contatto con la scrittura. Tanto che alcuni suoi libri sono stati pubblicati da case editrici importanti. Come ci è riuscita?
«Scrivere è sempre stata la mia passione. Nel mio libro Ciliegie amare scrivo della sofferenza del distacco e della lontananza. Quello che non si racconta mai neanche ai parenti, si preferisce non dirlo: ci fingiamo forti, ma non veder crescere i propri figli per una madre è un costo altissimo. Ho raccontato questo in Ciliegie amare, ho scritto quello che normalmente non diciamo mai, nemmeno a sorelle ed amici cari».
Ora sta per uscire il suo ultimo libro, L'imperatrice. Di cosa si tratta?
«È un omaggio alla vita contadina, un riconoscimento dell'importanza dei valori che stanno alla base della civiltà contadina. I libri sono stati la mia salvezza: anche quando ho lavorato 24 ore con persone gravemente malate che urlavano ininterrottamente per gran parte del giorno e della notte ho trovato la forza di sopravvivere proprio nei libri. Quando le persone che assistevo si addormentavano, anche solo per un'ora, io mi tuffavo nella lettura oppure scrivevo. La mia seconda vita, una fatta di lavoro duro, l'altra di letteratura, poesia, racconti, libri».
Come ha cominciato a scrivere una volta arrivata in Italia?
«Il primo libro l'ho confezionato quando stavo lavorando a Perugia da una famiglia che mi ha supportata con amicizia donandomi anche un vecchio computer. Quando mi vedevano scrivere, per incoraggiarmi, mi dicevano dai che arriverà la televisione. Sono stati veggenti perché con la pubblicazione del mio primo libro in Romania, proprio quello che ho scritto in casa loro, è venuta a farmi un'intervista una delegazione di giornalisti rumeni che lavorano nella televisione di Stato, una sorta di Rai»
Che altre esperienze ha avuto in Italia?
«Ho lavorato in case in cui non esisteva un solo libro, neanche uno, mi sono chiesta come sia possibile vivere così. Ho provato ad intavolare il discorso, ma ho trovato muri e allora ho pensato solo al mio lavoro. Appena torno a casa apro i miei amati libri e leggo. Ho fatto amicizia con le addette alla biblioteca di Terni, sono assidua, e mi sono letta una gran quantità di volumi stupendi presi in prestito nelle varie sezioni»,
Da dove è nato il suo amore per l'Italia?
«L'Italia è sempre stata nel mio cuore da quando al liceo classico studiavo latino o l'arte di Michelangelo e Caravaggio. Appena ho potuto, anche se ancora non sapevo parlare bene italiano, ho preso il treno e sono andata a Roma per vedere la Pietà. Chissà che avranno pensato le persone che incontravo: chiedevo Pietà dove? Comunque mi hanno capito perché mi hanno dato indicazioni giuste».
Liliana continua a scrivere, non potrebbe fare altrimenti.
«Ma l'arte non paga e quindi continuo a lavorare»
Pensa di tornare in Romania?

«Voglio invecchiare qui, dove ho trovato di nuovo l'amore. Appena posso torno al mio paese dove vivono le mie figlie che ormai sono grandi. Ma non ce la farei mai a rinunciare a tanta bellezza, sparsa ovunque anche nei piccoli borghi abitati da poche persone». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero