Il passo indietro del Kuwait: nessuna donna eletta in Parlamento, nonostante il record di candidate

Il passo indietro del Kuwait: nessuna donna eletta in Parlamento, nonostante il record di candidate
Mentre nel mondo si susseguono i primati che vedono le donne protagoniste ai vertici della politica, va registrato il clamoroso passo indietro del Kuwait. Dopo le ultime elezioni...

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Mentre nel mondo si susseguono i primati che vedono le donne protagoniste ai vertici della politica, va registrato il clamoroso passo indietro del Kuwait. Dopo le ultime elezioni legislative per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, il Parlamento unicamerale di Kuwait City, la piccola e ricca monarchia del Golfo si ritrova senza alcun seggio al femminile. Una vera doccia fredda, soprattutto in una regione dove gli Anni 2000 hanno segnato una svolta per l’emancipazione femminile, in particolare all’interno delle istituzioni.

Anche l’unica donna presente in aula, Safa Al Hashem, non è stata riconfermata. Un risultato così negativo non se lo sarebbe aspettato nessuno, anzi, in molti avrebbero scommesso in un boom di elette, visto il numero record assoluto di coloro che si erano presentate: inizialmente 33, poi 29 su 395 candidati.

Le cose, però, sono andate diversamente e il Kuwait si interroga sulla débacle, nonostante la preparazione accademica e l’impegno civile delle partecipanti al voto. La stessa Safa Al Hashem, 56 anni, è un’icona: niente velo, oggi sfoggia capelli alla maschietto sale e pepe, imprenditrice di successo ma anche nota per le sue controverse dichiarazioni nazionaliste e anti-immigranti, è sempre stata eletta dal 2009. Lei è entrata nella storia del suo paese per aver portato davanti al tribunale il risultato del voto del 2012, vincendo e obbligando allo scioglimento del Parlamento.

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La notizia dell’assenza di donne all’Assemblea nazionale arriva nell’anno in cui si celebra il 15° anniversario dalla legge che consente loro di votare e di essere elette, del 2005. Nel 2009 è stata la prima volta che sono entrate in Parlamento, in tutto erano quattro, tra cui Safa Al Hashem.

Le elezioni di dicembre sono le prime sotto il nuovo emiro Nawaf Al Ahmad Al Jaber Al Sabah e si sono svolte nel pieno della pandemia da Covid-19. Il regno, che vanta una delle maggiori riserve al mondo di petrolio, si trova in una posizione geografica strategica, motivo per cui l’Iraq di Saddam Hussein lo invase negli Anni ’90. Non si può poi dimenticare il suo delicato equilibrio socio-politico per l’importante presenza di sciiti tra la popolazione, rappresentati in Parlamento e sostenuti dall’Iran. A questo complicato quadro adesso si aggiunge la mancanza di una rappresentanza femminile in aula.

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Il Messaggero