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LA PASSIONE
Menichelli ha talmente a cuore la dinamica dei terremoti o dell'interno della terra da aver intitolato la tesi che discuterà a dicembre "La struttura profonda e dinamica nel Mediterraneo centrale", un'analisi che permette di «capire i processi che avvengono in profondità del mantello e che hanno portato alla formazione degli Appennini e delle Alpi. Una fotografia della struttura profonda della terra sotto le nostre catene montuose, utile anche per avere un quadro del futuro del Pianeta». La passione per il centro della terra trae origine dalla letteratura: «Da piccola dopo aver letto "Viaggio al centro della terra" di Jules Verne e aver visto il film, ho iniziato ad immaginarmi dentro il nucleo terrestre.
L'UNIVERSITÀ
Il suo è un percorso lineare all'interno dell'Università di Roma Tre: si iscrive nel 2014 al Corso di Geologia come laurea triennale; appena laureata inizia la magistrale in Geodinamica e Vulcanologia («qui capisco di voler essere una geofisica»); trascorre sei mesi del primo semestre del secondo anno all'università di Montpellier in Francia, vince una borsa di studio all'Ingv e viene seguita dal tutor Claudio Chiarabba. «Lavoro in un ambito dove ci sono soprattutto figure maschili, ma nel mio team c'è la parità di genere, non ho mai sentito differenze di trattamento. Certo se ti guardi in giro i numeri parlano chiaro: sono più uomini che donne, ma la situazione sta migliorando e le dottorande stanno aumentando. Forse dipende anche dal preconcetto secondo cui le geologhe non possano sporcarsi le mani, al contrario dei geologi. Invece l'ho sempre fatto senza problemi». nQuando Menichelli parla di "sporcarsi le mani" intende fare lavori sul terreno, come installare sensori per le scosse sismiche usando delle trivelle a mano. «Fai dei buchi nel terreno - prosegue la dottoranda - di qualche metro e dentro inserisci i sensori che fanno parte della stazione, oppure prendi campioni di rocce o analizzi le acque. Lavori con il suolo e lo fai sia durante la laurea triennale che nella magistrale. Faticoso certo, ma bello». Appassionata del suo lavoro al punto da avere sulla sua scrivania un piccolo vulcano in 3D («dopo che l'ho usato per tutti gli esperimenti di laboratorio ho voluto portare Seamount con me»), a chi desidera intraprendere il suo percorso professionale consiglia di «non farsi abbattere: il percorso è lungo, ma se si è spinti dalla passione la motivazione la si trova. Dobbiamo essere più sensibili verso la terra e i disastri naturali».
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Il Messaggero