Il Canada è il primo paese al mondo a chiedere la rimozione dell'Iran dalla Commissione Onu sui diritti delle donne

Il Canada è il primo paese al mondo ad aver chiesto la rimozione dell'Iran dal comitato Onu che si occupa di diritti delle donne. Con una decisione bipartisan,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il Canada è il primo paese al mondo ad aver chiesto la rimozione dell'Iran dal comitato Onu che si occupa di diritti delle donne. Con una decisione bipartisan, condivisa da tutti i partiti, il Parlamento canadese ha votato compatto per una mozione presentata dalla vice del partito conservatore, Melissa Lantsman.

La mozione è nata dopo le uccisioni di diverse donne, massacrate dalla polizia, perchè non indossavano correttamente il velo. Nel frattempo il caso iraniano approdava anche alle Nazioni Unite visto che l'anno scorso l'Iran è stato eletto tra i membri della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne.

«Non solo è il massimo dell'ipocrisia per il regime islamico dell'Iran detenere una posizione di leadership sui diritti delle donne, ma è anche pericoloso. I mullah stanno usando la loro appartenenza al massimo comitato per i diritti delle donne delle Nazioni Unite come piattaforma di propaganda per far credere che il regime di Teheran abbia una preoccupazione legittima per i diritti delle donne. Non è così» hanno spiegato diversi parlamentari canadesi, subito dopo il voto. 

L'Iran è attraversato da continue e feroci proteste da parte della popolazione, diffusesi subito su tutto il territorio nonostante la repressione, dopo la brutale morte di Mahsa Amini.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero