Le ambasciatrici di Gen_S la community social femminile: «Coraggio, ragazze: puntate sulla scienza»

Da sinistra, Virginia Benzi e Sara Figura
«Io sono Sara Figura, ho 24 anni, e sono laureata in Tecniche di laboratorio biomedico». «Io sono Verginia Benzi, ho 26 anni, e una laurea magistrale in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Io sono Sara Figura, ho 24 anni, e sono laureata in Tecniche di laboratorio biomedico». «Io sono Verginia Benzi, ho 26 anni, e una laurea magistrale in Fisica». Insieme sono le Gen_S, le ambasciatrici della @generazionestem, la prima community social (Instagram, Tiktok e Linkedin) che vuole coinvolgere più donne nelle scienze. Sara parla da Siracusa, Virginia da Genova.


Come vi siete conosciute?
Sara: «Grazie al progetto, tre mesi fa. Ognuna di noi faceva divulgazione scientifica sui social. Il mio profilo è @laboratologia. Le fondatrici dell'agenzia digitale "La Piazza Group" ci hanno contattate per chiederci il supporto nella creazione della community. È un tema che ci sta molto a cuore. Con Generazione Stem vogliamo scardinare il falso mito che la scienza non sia per le donne. Ci sono tante ragazze che la amano e sarebbe un peccato non invogliarle a seguire questa passione. Il primo post l'abbiamo pubblicato l'11 febbraio, in occasione della Giornata mondiale delle donne nella scienza. E ci siamo incontrate per la prima volta qualche giorno fa, al Festival delle Scienze a Roma».
Chi fa parte della community?
Virginia: «Studentesse e laureate nella varie discipline scientifiche. Una trentina di contributors costantemente pubblicano contenuti sulla pagina. Su Instagram io faccio divulgazione di fisica, il mio profilo è @quantum girl. All'università ho incontrato poche docenti, al mio corso eravamo 5 studentesse, due hanno mollato. Sono rimasta una delle poche superstiti. Ma è dopo la laurea che il gap diventa più evidente. Che fine fanno le donne che si laureano in fisica? Questo canale social può essere un altoparlante che può influenzare positivamente le nuove generazioni».
Esistono ancora, nel 2023, pregiudizi su questo fronte?
Sara: «Sì, e l'ho constatato durante il tirocinio in laboratorio. Ai miei colleghi maschi tutti si rivolgevano chiamandoli dottore, a me signorina. Come se non fossi laureata come loro».
Virginia: «Ancora si fatica ad accettare che una ragazza carina che si trucca e va in palestra possa parlare di buchi neri. All'università mi dicevano: mollerai dopo due esami, sei troppo carina. Si viene ancora giudicate più per l'aspetto fisico che per quello che si dice».


Come vi definite: influencer o divulgatrici scientifiche?
Sara: «Meglio content creator. Non voglio togliere niente alle influencer, ma noi ci occupiamo di trasmettere cultura, di proporre approfondimenti. E dietro ogni post c'è un lavoro di ricerca. Adesso stiamo cercando sponsor per finanziare i nostri progetti e andiamo nelle scuole per presentare i mestieri del futuro e fare orientamento. Vogliamo trasmettere alle ragazze questo messaggio: non fatevi intimorire dalle scienze».
Virginia: «La nostra intenzione è quella di rendere più stimolante la cultura scientifica, suscitando curiosità e coinvolgendo sempre più persone. Proponiamo la scienza in chiave pop, senza nulla togliere alla serietà della ricerca. Ho intenzione di dedicarmi alla divulgazione, anche se non escludo di fare il dottorato in fisica».
Uno dei motivi per cui le ragazze continuano ad essere in minoranza nelle facoltà scientifiche, si dice, è la paura del fallimento.
Sara: «Lungo il mio percorso ho incontrato fallimenti. Prima di essere ammessa nella facoltà che avevo scelto, ho provato due volte. La mia passione era il laboratorio e ho riprovato finché non sono stata ammessa. Alla fine sono entrata ed è stata l'esperienza più bella. Anche raccontando ostacoli e difficoltà pensiamo di accompagnare le ragazze verso scelte consapevoli che possano avere anche ripercussioni positive per il proprio futuro».
Virginia: «Vengo dal liceo artistico e ho scelto fisica per rispondere a domande nate da una crisi esistenziali. Attraverso GenS possiamo ispirare i giovani che si sentono persi e hanno bisogno di aiuto, non cercando la perfezione o l'eccellenza ma un senso in quello che si fa. Scoprire il perché dell'universo, può essere un buon senso. Bisogna normalizzare i fallimenti, altrimenti non si può affrontare un percorso di studi come fisica».
Come vedete le vostre coetanee?
Sara: «Smarrite, gli studenti in generale sono poco accompagnati nei loro percorsi. Bisognerebbe aprire sportelli di ascolto nelle università».


Virginia: «Dubbiose. Faticano a capire dove andare e perché andare. Senza obiettivi. E vanno aiutate». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero