Nell'armadio dell'attrice di Doc Beatrice Grannò: «Maglia a righe, basco e Mary Jane, alla francese»

Beatrice Grannò in Tod's (foto Francesco Guarnieri)
Giovane, entusiasta e allo stesso tempo di un’originalità moderna e retrò insieme. Ascolta: Dall'ambasciatrice Emanuela D'Alessandro, consigliere...

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Giovane, entusiasta e allo stesso tempo di un’originalità moderna e retrò insieme.

Beatrice Grannò, romana classe 1993, è un fiume in piena: attrice, appassionata di danza contemporanea, pattinaggio artistico e musica, compone, canta e suona il pianoforte, le percussioni e l’ukulele. Formatasi come attrice a Londra, alla scuola di recitazione East 15 Acting School, il suo esordio avviene con Don Matteo 9 nel 2013 e da subito alterna il piccolo schermo al teatro e al cinema. L’anno della svolta, per lei, è il 2019, quando recita nella pellicola “Tornare” di Cristina Comencini: interpreta Susanna Vannucci, la segretaria in Enrico Piaggio - Un sogno italiano. E riceve il premio “Alice va in Città” come miglior interprete al Festival di Roma per il ruolo in Mi chiedo quando ti mancherò. Ha vestito i panni dell’annoiata Carla nella versione cinematografica di Gli indifferenti di Alberto Moravia e la troviamo in tv in questo periodo nel ruolo di Carolina Fanti nella fiction Doc - Nelle tue mani. In camice.

Beatrice, che rapporto ha con la moda?

«Caotico. Non so mai bene come voglio essere, ma ci sono cose che tornano sempre. Mi faccio molto emozionare dagli abiti e cambio spesso idea».

L'abito di Valentino

Può essere un problema questo quando ha un appuntamento, no?

«In realtà sebbene mi vesta a seconda del mio umore, quando so che devo uscire, che ho un appuntamento, mi piace impegnarmi a pensare il mio look. Adoro la fase di preparazione, forse anche più dell’uscita in sé per sé».

Che stile ha?

«Mi piace avere un’aria retrò e mescolare per dare tocchi contemporanei. Mai però full on. Quando mi rendo conto che sto esagerando con i richiami vintage vado subito a cambiarmi, già non mi piace più. Amo uno stile che si potrebbe definire alla francese con le maglie a righe, i baschi, le scarpe Mary Jane e le calze colorate».

Il basco dai colori pastello e con i fiori applicati

Come le piace vestire?

«Dipende molto dalla stagione. Quando è più fresco mi piace scoprire le gambe con pantaloncini e gonne, e sopra vestirmi comoda, morbida, ma non troppo oversize. L’estate invece adoro valorizzare le spalle, indossare abiti che scoprano la schiena. Lo scorso anno sono andata in un mercato, ho comprato stoffe di tutti colori pastello e mi son fatta cucire da una mia amica sarta degli abiti in serie, all’americana, che si annodano dietro il collo».

È sempre stata così sicura sul suo look?

«Al contrario, finora ho cambiato tante volte idea. Al liceo i primi anni ero un po’ punk, poi sono passata a uno stile basic da pariolina con jeans e polo. Prima della maturità avevo uno stile molto hippie. Sono sempre rimasta fedele a me stessa, anche quando anni dopo vivevo a Londra e avevo un modo di approcciarmi alla moda molto diverso».

La maglia a righe

In che senso?

«Diciamo che in Italia sei alla moda se ti vesti secondo le tendenze, con capi che trovi nei negozi dove creano look coordinati. A Londra negli store trovi mucchi di vestiti tra cui cercare. Sei tu che crei gli abbinamenti. Sei alla moda quanto più sei creativo, e riesci a tirar fuori la tua identità».

Ha abiti che la fanno sentire bene?

«Un abito in velluto nero a manica corta che indosso sempre con una cintina, per sbuffarlo. Lo indosso spessissimo, il segreto è che cambio sempre i maglioni sopra».

Nel suo guardaroba cosa non entrerà mai?

«Non escludo niente a priori però posso dire che non amo affatto i capi stretti, gli abiti seconda pelle. Dipende dal fatto che, quando mi vesto nella quotidianità, non mi piace che si capisca bene come sono fatta fisicamente. Svelo le gambe, sì, ma il resto poco e niente».

Le scarpe  Carel direttamente da Parigi

Cerca mai negli armadi altrui?

«In quello di mia madre molto spesso, è una patita di moda. Spesso non mi lascia prendere i suoi vestiti, mi dice di aspettare, che non sono adatti per la me di adesso».

Si lascia mai andare allo shopping sfrenato?

«Parto sempre con le migliori intenzioni dicendomi che vado a comprare una cosa che mi serve. Puntualmente esco dai negozi dopo aver acquistato l’impossibile, e quasi sempre vestitini e maglioni».

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Il Messaggero