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Secondo il Global Gender Gap Index, sui temi dell'equità di genere il nostro Paese figura al 76esimo posto tra i 153 censiti e al 17esimo sui 20 dell'Europa Occidentale (peggio di noi solo Grecia, Malta e Cipro). E la pandemia ha aggravato la situazione: secondo Istat, dei 101.000 posti di lavoro persi a dicembre 2020, 99.000 erano femminili. A fronte di questi dati, Coop scende in campo con la campagna «Close the Gap - riduciamo le differenze», azioni e impegni per promuovere la parità di genere femminile e combattere le disparità. E si parte con la riduzione dell'Iva sugli assorbenti, dal 22 al 4 per cento.
TAMPON TAX
Tra le prime azioni di Coop l'adesione alla petizione «Stop Tampon Tax! Il ciclo non è un lusso» sulla piattaforma Change.org, promossa dall'associazione Onde Rosa per tagliare l'Iva sugli assorbenti. Dal 6 al 13 marzo tutti gli assorbenti a scaffale saranno venduti con l'aliquota ridotta dell'Iva dal 22 al 4%, ovvero il traguardo a cui tende la petizione. Mentre gli assorbenti della linea «Vivi Verde Coop», già con aliquota ridotta perché compostabili, saranno «vestiti» in confezioni ad hoc che invitano a firmare la petizione. «La disuguaglianza è generata in primo luogo da elementi strutturali, come per esempio la scarsa rappresentanza di genere che non trasferisce modelli e quindi aspirazioni per le giovani donne, ma inizia anche dalle piccole differenze - dice Maura Latini, Ad Coop Italia - come quella che si riscontra tra la tassazione dei prodotti di igiene e cura: gli assorbenti femminili, bene tutt'altro che di lusso, subiscono un'Iva del 22%, al pari di articoli di abbigliamento, sigarette, vino, che non sono considerati di prima necessità. Quella dell'abbassamento dell'Iva sugli assorbenti non è solo una questione economica, di puro risparmio, ma anche culturale». «La scelta di tassare come bene di lusso un assorbente è prima di tutto un errore di valutazione e un messaggio sbagliato - continua Latini - che si traduce in una discriminazione concreta contro la quale vogliamo contribuire ad attivare l'attenzione di donne e uomini.
A Coop il 70% dei suoi 55.000 dipendenti è donna e sono donne più della metà dei soci attivi sui territori. «Vogliamo percorrere con maggiore decisione la strada a favore di una cultura della diversità e dell'inclusione, con l'idea di darci obiettivi non di facciata - spiega Marco Pedroni, presidente Coop Italia e Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) - Coop è molto sensibile al tema, il principio dell'integrazione e dell'eguaglianza è parte costitutiva dell'essere cooperativa».
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«I dati in nostro possesso - continua Pedroni - fotografano una situazione migliore della media per quanto attiene ad esempio la composizione dei nostri consigli di amministrazione (oltre il 44% è donna) o la presenza di donne nei ruoli direttivi sul totale degli occupati (oltre il 32%). Inoltre tutte le nostre cooperative contemplano nei contratti integrativi la presenza di Commissioni Pari Opportunità e la presenza di donne è al 50% tra chi frequenta i corsi formazione finalizzati ai posti di responsabilità». «In molti punti della nostra rete vendita infine ci affidiamo a personale composto unicamente da donne; nei ruoli di caponegozio e caporeparto ci attestiamo su un 43% di presenza femminile. Ma vogliamo fare di più e rendicontarlo, cercando di agire con più determinazione sul versante della leadership femminile che è un importante punto di arrivo anche per noi», conclude.
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Il Messaggero