ROMA - Nel migliore dei casi, sono assai scettici: chi in Italia si occupa da decenni di Michelangelo Merisi non crede nella scoperta, annunciata con enfasi mentre uscivano due...
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I disegni milanesi sono noti da tempo: comprati nel 1924 e dal 2011 in via di catalogazione; ma studiati, ad esempio, da Maria Teresa Fiorio, Giulio Bora, Maurizio Calvesi. «La Fiorio pensava che lo schizzo di una Sibilla fosse analogo al Bacchino malato: e se Caravaggio si fosse ricordato il disegno del maestro Peterzano a distanza di anni?», chiede ancora Cappelletti. «Per Calvesi», dice Alessandro Zuccari alla Sapienza, «un angelo di questo fondo potrebbe essere passato nel quadro di Hartford, il San Francesco in estasi: ne ipotizzava la sua mano; ma stilisticamente troppi non mi tornano». La direttrice del Castello Sforzesco di Milano, dove il fondo è custodito, dice di aver visto gli studiosi, Maurizio Bernardelli Cruz e Adriana Conconi Fedrigolli, un anno fa; chiesero delle foto dei disegni; e il primo risponde: «Dichiarazioni faziose e campate in aria» e la invita a dimettersi. In realtà, tra i «caravaggeschi» i due sono quasi dei Carneade; «lui, mesi fa, ha pubblicato, ma stranamente in internet, l’inventario di Costanza Colonna; mai incontrato, stiamo attenti alle bufale: è una buona stagione per le mozzarelle», continua Zuccari.
I più «buoni» parlano di «immagini da studiare». Spiegano che tra quei disegni, la mano di Caravaggio probabilmente c’è; ma riconoscerla è assai arduo, essendo impossibili i paragoni: «L’opera d’arte è squisitamente relativa, va messa in relazione con altre», diceva già Cesare Brandi. E Caravaggio subì due sequestri, in cui non c’è traccia di disegni: «Magari, li distruggeva; come Borromini che ne ha bruciati tanti, per proteggere le proprie invenzioni», dice Zuccari. «Sotto i quadri giovanili un disegno c’è», spiega Vodret: nella Canestra di frutta, nel Bacchino malato, nel Martirio di San Matteo e San Matteo e l’angelo; ma non sono disegni autonomi; poi, lui passa a incidere la preparazione dei dipinti e non disegna più. Ancora: il fondo Peterzano è da sempre a Milano: Caravaggio avrebbe copiato dei disegni per portarseli a Roma? Difficile crederlo. Ancora Zuccari: «Se si fa una scoperta, si presenta al mondo scientifico; un giorno di dibattito, come magari per il Sant’Agostino scoperto da Clovis Witfield e Silvia Danesi Squarzina: dopo averne discusso, sono ancora più certo che non sia suo. E’ un’operazione mediatica su disegni interessanti e già noti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero