Scuola media Calamatta, slitta ancora l'avvio della seconda trance dei lavori e a settembre potranno rientrare solo tre classi su nove. Nei giorni scorsi il sindaco Ernesto...
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Una storia travagliata quella della scuola. Nel gennaio del 2018, il plessosubì gravi danni in seguito a un incendio di natura dolosa appiccato nel locale al piano terra dedicato agli ausiliari scolastici. Le fiamme coinvolsero anche il secondo piano della struttura, tanto che la stima dei danni, a sopralluogo ultimato, superò i 700 mila euro. Nel settembre scorso è stata riaperta la palestra, dalla quale si accede da un ingresso esterno, e alla fine del 2019 è partito l'intervento di ripristino dell'ala destra, che ha visto anche l'ammodernamento degli impianti elettrico e idraulico. A questo punto sarebbe dovuto partire il secondo step, quello che avrebbe interessato il primo piano dell'edificio. Ma i soldi per far partire il cantiere, 530 mila euro, non ci sono e se prima dell'epidemia l'assessore De Paolis aveva sperato che le risorse potessero essere reperite all'interno del bilancio comunale, al momento la speranza appare sfumata e con la manovra economica ancora da approvare, questa strada non è più percorribile.
«Dovremo per forza di cose - spiega l'esponente della giunta - accendere un mutuo ma dobbiamo comunque attendere l'approvazione del bilancio. Solo dopo sarà possibile avviare l'iter presso l'istituto bancario. Purtroppo, l'assicurazione risarcisce esclusivamente a lavori ultimati. Il progetto è pronto e bisognerà espletare soltanto la gara per l'affidamento dei lavori. Ma i tempi, vuoi anche per l'emergenza in corso, si sono dilatati e per il prossimo anno scolastico non sarà sicuramente possibile far rientrare tutti i ragazzi alla Don Milani». Sui tempi per l'apertura del cantiere l'assessore non si sbilancia, anche se l'auspicio è di aprire i termini per il bando di affidamento per l'inizio del prossimo anno.
La notizia dello slittamento del rientro è stata comunicata nei giorni scorsi ai genitori degli alunni, i quali ora si dicono preoccupati. In molti stanno valutando di spostare il figlio (o i figli) altrove, anche perché, visti gli spazi limitati in rapporto al numero degli studenti, la preside ha prospettato turni e lezioni a distanza. La proposta che mamme e papà hanno avanzato, è che il Comune metta a disposizione altri luoghi, magari all'interno di caserme non utilizzate, per garantire a tutti gli alunni di poter seguire l'attività scolastica in maniera sicura, continuativa e in presenza.
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Il Messaggero