Al lavoro su una nave da crociera con a bordo decine di positivi al Covid-19, più di due mesi senza poter mettere piede sulla terraferma e un mese in quarantena nella sua...
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«La felicità in uno scatto ha scritto Correra - la gioia di partire verso casa. Ignara delle peripezie che mi avrebbero atteso da lì a poco: 7 ore di ritardo, un charter a dir poco fuori dal normale, un altro volo da Londra a Roma e poi finalmente il mio letto, sana e salva». Le disavventure della giovane civitavecchiese erano iniziate i primi giorni di aprile, quando la nave da crociera sulla quale era imbarcata per lavoro è rimasta bloccata a San Diego, in piena pandemia Covid-19, perché tra ospiti e personale dell'imbarcazione erano risultati alcuni positivi (uno dei passeggeri è morto una volta sceso a terra). Dopo qualche giorno, la civitavecchiese era stata messa in quarantena (zona gialla) perché a contatto diretto con alcuni colleghi risultati positivi. Trenta giorni chiusa nella sua stanza, senza poter uscire e avere contatti. Il primo maggio la prima liberazione: il ritorno al desk della crociera. Prima del rientro anticipato a casa. «È stato senza dubbio il primo contratto più strampalato del mondo conclude Tania - ma mi porto a casa un'esperienza a dir poco unica. Non mi spavento assolutamente: ho già la valigia pronta per la prossima avventura. Sono passate poche ore, ma giuro che la quarantena a casa, con mamma che mi cucina, con la possibilità di dormire nel mio letto e di avere a disposizione tutte le mie cose, è straoridnario».
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Il Messaggero