Non solo la Procura di Civitavecchia, ma anche quelle di Palmi e della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. L'indagine che ha portato a scovare i 54 chili di...
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Intanto, nell'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Paola Petti, la stessa scrive che ci sono gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Simone D'Angelo e Manuele Scognamiglio, i due civitavecchiesi arrestati perché ritenuti coinvolti nel traffico di droga. Secondo gli inquirenti, erano loro che avrebbero dovuto prelevare la droga dal container refeer, una volta arrivato in banchina. La stessa gip, ha rigettato la richiesta dei legali difensori di rimettere in libertà i due addetti alla manutenzione degli stessi container, concedendogli però i domiciliari, dopo oltre 4 ore di interrogatorio durante l'udienza di convalida di venerdì. Indizi di colpevolezza che invece non sussistono per gli avvocati difensori di D'Angelo e Scognamiglio, Matteo Mormino e Francesca Maruccio. Comunque l'inchiesta non è conclusa. La Finanza, guidata dal colonnello Claudio Sciarretta, continua a lavorore cercando di capire a chi era destinata la cocaina. Di certo la polvere bianca era destinata a Civitavecchia e, a quanto pare, avrebbe dovuto essere smerciata sul litorale a nord di Roma, tra Civitavecchia e Ladispoli.
E domani sull'edizione cartacea nuove rivelazioni.
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Il Messaggero