«Siamo di fronte a un grosso e grave equivoco». E' l'opinione dei due avvocati difensori di Simone D'Angelo e Manuele Scognamiglio, i due civitavecchiesi...
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All'interno del container frigo c'era un solo panetto di cocaina, dopo che il grosso del quantitativo era già stato sequestrato a Gioia Tauro. Ma gli inquirenti hanno scelto di far arrivare quel panetto di coca a Civitavecchia per vedere chi lo avrebbe preso in consegna. «Di quella sostanza i due non ne sanno nulla ribadiscono i legali -. Non sapevano che all'interno potesse esserci della droga. Siamo di fronte a una questione del tutto infondata, a un contesto criminoso di cui nessuno dei due fa parte».
E invece è proprio su quel contesto criminoso che adesso gli inquirenti sembra stiano concentrando le maggiori attenzioni. Quello che stanno cercando di capire, infatti, è se dietro al traffico ci sia una vera e propria organizzazione dedita al traffico di droga sull'intero litorale. Il sospetto è che, dato che il carico di cocaina aveva come destinazione finale Civitavecchia, quella droga dovesse andare a rifornire i vari pusher che operano tra Civitavecchia e Ladispoli. E soprattutto se ci possa essere qualche legame con la criminalità organizzata calabrese o addirittura direttamente con i fornitori sudamericani.
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Il Messaggero