Per far rivivere il mercato cittadino serve un vero progetto di rilancio del settore. Ne sono convinti quanti ci lavorano da anni se non da decenni. Dall'ortofrutticolo al...
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IL MOVIMENTO NON MANCA
I clienti, comunque, al mercato non sono mai del tutto mancati, neppure durante il lokdown. Anzi, molti cittadini hanno riscoperto il piacere di fare la spesa a piazza Regina Margherita, spesso preferita ai supermercati, in questo periodo, per il fatto di essere un luogo aperto e quindi con minor pericolo di contagio. Ma la crisi economica già in corso a Civitavecchia (il tasso di disoccupazione in città è oltre la media regionale), con il Coronavirus non ha fatto altro che inasprirsi. E la conseguenza è stata un calo importante dei consumi. Se in media giornalmente un cliente del mercato spendeva tra i 20 e i 50 euro, in base ai componenti della famiglia, adesso si accontenta di mettere sulla tavola lo stretto necessario. «Se una spesa tipo - afferma Castagnari - al mio banco, prima dell'emergenza, prevedeva oltre al pane, anche dolci da forno e pizza, oggi non è più così. Il cliente compra solo i cibi per il consumo strettamente giornaliero».
LA DESERTIFICAZIONE
Per i commercianti, soprattutto del San Lorenzo, il periodo è duro e in molti hanno deciso di lasciare abbassata la serranda, unendosi a quanti già lo avevano fatto prima del Coronavirus. Sono una decina i box chiusi all'interno dell'area coperta e anche al mercato ittico ci sono banchi serrati. Una desertificazione che preoccupa quanti, tra mille difficoltà, continuano a lavorare in piazza. Ha retto un po' meglio il settore dell'abbigliamento e dei casalinghi che, nelle prime settimane della ripresa, ha visto tornare molti acquirenti. «Non me lo aspettavo - dice Calogero Cappalonga, operatore della Palmetta - ma tutti i clienti sono tornati. Nelle prime settimane si è lavorato di più, ora la situazione si sta assestando». Ma per tutti rimane un periodo buio. «La ripresa è minima - aggiunge Diego Campetella, titolare di una rivendita di pane al San Lorenzo - e andare avanti così è dura. Serve una vera politica di rilancio del settore». E se i commercianti si dicono pronti a fare la loro parte, dall'altra serve il coinvolgimento dell'amministrazione, sia perché la piazza necessita di interventi di manutenzione, dalla pulizia della tensostruttura alla sistemazione della pavimentazione e dei marciapiedi, sia per contrastare la desertificazione commerciale e cercare nuovi operatori per gli stalli e i box liberi.
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Il Messaggero