I gruppi di Retake arrivano lì dove non arriva, per incapacità o sciatteria, chi si dovrebbe prendere cura della città e, spesso, arrivano a rimediare ai...
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«La Garbatella, il posto in cui vivi, lavori o studi, ha sempre scritto la propria storia sui suoi muri, tra le sue vie e i suoi lotti. In tante e tanti hanno lasciato e continuano a lasciare un segno - hanno scritto sulla loro pagina Facebook - Alcuni sono diventanti parte fondamentale della narrazione del nostro quartiere. Altri sono “appena nati”: a volte sono disegni, opere d’arte, quasi dei quadri. Altre volte, sono più semplici: scritte, adesivi e la loro bellezza è nascosta, sta nel fatto di voler rendere unico il proprio quartiere». Da qui l'attacco all'evento Retake: «Si può staccare e cancellare ogni scritta, disegno, adesivo che incontriamo. E alla fine rimarranno solo muri grigi, ma le scuole rimarranno fatiscenti, nei posti di lavoro rimarrà lo sfruttamento, l’autobus continuerà a non passare e l’Ater continuerà ad ignorare i problemi dei quartieri popolari. Del decoro che ci raccontate, in una città ingiusta, ce ne facciamo poco. Lasciate che l’arte e i colori continuino a raccontare la complessità della nostra città, di chi ancora ha qualcosa da dire. Guardatevi intorno e sentite la vita! Lunga vita alla street art».
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Una posizione che è stata criticata - oltre che dal blog Roma Fa Schifo - da molti utenti Facebook: «Occasione sprecata, peccato. Non avete capito nulla», «Street art? Ma per favore... sono solo cac..., di gente di mer...abituata a vivere nella mer....» e ancora «che peccato vedervi contro cittadini che si alzano de core la mattina per andare a pulire strade, parchi, panchine e muri».
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Il Messaggero