Per molte imprese italiane, l'internazionalizzazione è stata in questi anni la via per resistere alla grande recessione e rafforzarsi. Ma ora che almeno la fase acuta...
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L'incidenza dei prodotti importati destinati alla domanda finale è aumentata nel periodo che va dal 2012 al 2015, nota l'Istat, e lo scorso anno questo fenomeno avrebbe sottratto alla crescita del prodotto interno lordo circa tre decimi di punto. La tendenza è continuata nel primo trimestre del 2016. Il fattore decisivo non sembrano essere i prezzi, visto che quelli dei beni importati sono aumentati più rapidamente di quelli italiani venduti sul mercato interno. E allora? Nel rapporto si sostiene che "la riduzione di capacità produttiva potrebbe essere stato determinato da una riduzione di capacità produttiva del Paese conseguente alla recessione".
Insomma il sistema delle imprese - nel suo insieme - da una parte ha imparato a difendersi meglio sui mercati internazionali e si è riposizionato più a monte della filiera di produzione (presidiando quindi meno quella di beni finali, acquistati dalle famiglie) dall'altra però si è trovato in qualche modo impreparato a fronteggiare la ripresa dei consumi. Forse si pone il problema di correre, per quanto possibile, ai ripari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero