La frenata era nell’aria. Dopo 17 mesi consecutivi di crescita a doppia cifra, il mercato italiano dell’auto a luglio ha incrementato i volumi solo 2,9% rispetto allo...
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Questo comparto, che chiaramente è il principale, a luglio ha addirittura registrato un segno meno (6%) e la quota ha perso quasi 6 punti, da 68,7% a 62,9%. Hanno conservato un passo spedito, invece, sia il noleggio (+21,9%, con un picco di notevole rilievo del 57,9% del “breve termine”) che le società (+21,3% con la quota salita oltre il 20%). Fca, per il 19° mese di fila ha aumentato i suoi volumi più della media, crescendo del 4,8% (bene soprattutto Jeep, Alfa Romeo e Fiat). Fra i costruttori esteri continua ad accelerare Renault (+15,4%), ma dopo due mesi Volkswagen ha ripreso la testa della classifica degli importatori che non ha mai mollato nel cumulato. Bene anche i marchi premium (Mercedes +16,6%, BMW +24%, Audi +7,1%, Land Rover +27%, Jaguar +168%).
Fra le alimentazioni c’è un leggero calo del benzina (-0,7%), mentre si confermano in crisi Metano (-49,5%), Gpl (-27,5%) ed elettriche (-26%, appena 71 consegne). Prosegue la sua crescita il diesel (+12%) che resta l’alimentazione più richiesta (59% di quota) e l’ibrido (+49,7%, ma la quota è ancora sotto il 2%). Gli addetti ai lavori erano preparati e continuano a richiedere interventi strutturali per assecondare il buon periodo di un settore così strategico.
«Ce lo aspettavamo - ha dichiarato il presidente dell’Unrae Massimo Nordio - considerati i primi 5 mesi nei quali il mercato si è sviluppato prevalentemente per le poderose campagne promozionali delle Case con le proprie Reti, che ovviamente non potevano protrarsi a lungo. Per mantenere i benefici effetti sul rinnovo del parco e intercettare il prevedibile rallentamento della domanda sarebbe ora necessario l’intervento di politiche mirate come, ad esempio, la proposta di detraibilità di parte dei costi di acquisto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero