Il governo del rinvio e tutti gli ostacoli sui quali può inciampare

Il governo del rinvio e tutti gli ostacoli sui quali può inciampare
ROMA Di rinvio in rinvio aspettando settembre e il voto amministrativo che sarà un test anche perché coinvolge circa 24 milioni di elettori e il prevedibile successo...

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ROMA Di rinvio in rinvio aspettando settembre e il voto amministrativo che sarà un test anche perché coinvolge circa 24 milioni di elettori e il prevedibile successo del referendum costituzionale che taglia i parlamentari non sarà in grado di nascondere i risultati. 


Ma proprio perché ci sono le elezioni regionali si comprende l’impazienza del Pd e l’attedismo nervoso di Italia Viva che incalza il governo sulle grandi opere.

La Fase3 non è iniziata e più passano i giorni e più Giuseppe Conte rischia di far ragione a coloro che da subito hanno interpretato gli “Stati generali” come una sorta di scusa per far girare ancora a vuoto la ruota del criceto. Vediamo quali sono i principali temi e provvedimenti sui quali il governo segna il passo:

Il decreto rilancio - ex decreto-aprile, ribattezzato così per non dover ogni mese aggiornare il nome, non è ancora divenuto legge mentre i cambiamenti proposti in Parlamento ne hanno cambiato i connotati di partenza. Non si capisce ancora come funzionerà il superbonus del 110% e si annaspa anche sulla cassa integrazione.

Il decreto semplificazioni continua a slittare mentre continua la rissa sul codice per gli appalti e non si comprende come si pensa di intervenire sui burocrati che non firmano o rallentano le pratiche che dovrebbero sbloccare investimenti e appalti.

Un nuovo decreto è anche atteso per il terzo scostamento di bilancio. Stavolta si parla di venti miliardi di nuovo debito, da scaricare sulle prossime generazioni, e che servirà a finanziare altra cassa integrazione e la riapertura dell’anno scolastico. 

I decreti sicurezza di Salvini non verranno cambiati prima di settembre certificando le difficoltà che hanno i Dem di far cambiare passo al M5S rispetto alla stagione sovranista.

A metà mese sulle comunicazioni che farà il presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo ci sarà un voto. Per non spaccare la maggioranza crescono i fautori di una risoluzione che non contenga un riconoscimento esplicito al Mes. Ma il passaggio parlamentare sarà arduo, anche perché +Europa è pronta a presentare una propria risoluzione nella quale si farà esplicito riferimento al Meccanismo europeo di stabilità, e stavolta sarà difficile per Pd e Iv non votare a favore.


Aperte sono anche le questioni Alitalia, Ilva e Aspi, con palazzo Chigi che macina riunioni su riunioni non riuscendo ancora a trovare una sintesi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero