Tra i libri pubblicati di recente che meritano l'onore dei riflettori, va ricordato l'ultimo lavoro di Matthew Pearl, "La camera di Dante" (Rizzoli), un thriller...
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Il romanzo offre un fedele spaccato dell'ambiente artistico britannico; ma Pearl va oltre: le persone chiamate a indagare sulla nuova catena di delitti sono tutti scrittori di professione. Alfred Tennyson è il poeta laureato del Regno Unito, e in quanto tale gode di fama indiscussa (curiose le scene in cui viene importunato come accadrebbe oggi a una star di Hollywood); Robert Browning è un suo celebre collega dell'epoca; Oliver Wendell Holmes (che compariva anche nel primo romanzo) è l'accademico che ha tradotto e promosso Dante tra gli anglofoni. Spazio anche per altri celebri personaggi del passato, come l'artista preraffaelita, tormentato e decadente, Dante Gabriel Rossetti; ma è sua sorella Cristina la vera protagonista del romanzo: quando il fratello scompare nel nulla, è lei a cercarlo incessantemente, e a dare impulso alla trama.
Alcuni riconosceranno, nell'intreccio, gli avvenimenti reali, tratti dalle biografie dei poeti. Si ripercorre la tragica morte della moglie di Rossetti, Lizzie, uccisa dall'abuso di laudano: il compagno, reso folle dal dolore, arrivò a far seppellire assieme a lei le proprie opere poetiche incompiute, finché Swinburne non lo convinse a recuperarle, riesumando il suo corpo assieme al manoscritto. Ma il vero filo conduttore è costituito dai delitti, tutti ispirati alla Divina Commedia: la prima vittima è un membro del Parlamento, ucciso in un parco londinese, schiacciato da un masso; poi è la volta di una bella donna, in preda al terrore, con le palpebre cucite. Altri delitti arriveranno, e tutti saranno ispirati a un qualche castigo del Purgatorio. Solo in un caso la ricostruzione sembra poco credibile: quando l'eccentrico mecenate A.R. Gibson trova la morte costretto a correre senza tregua, come gli accidiosi danteschi, da un marchingegno tecnologico che pare troppo avanzato per l'epoca. Ma l'affresco storico resta affascinante. I poeti-detective riusciranno, infine, a risolvere il caso; quasi malgrado le indagini di Scotland Yard.
Il romanzo di Pearl è un nuovo segnale del grande fascino che Dante incontra nel mondo anglosassone; soprattutto come elemento portante di un thriller. Il personaggio di Dan Brown, Robert Langdon, è uno studioso di simbologia ma anche un esperto di Dante; ispirato in una certa misura all'Inferno è anche Dannati, di Glenn Cooper. Dalle nostre parti, va ricordato Giulio Leoni, che ha dato al poeta fiorentino le sembianze di un irascibile investigatore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero