Riccardo De Palo
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di Riccardo De Palo

"La camera di Dante": Matthew Pearl torna ai temi del suo esordio, i poeti diventano detective

Dipinto di Dante Gabriel Rossetti
di Riccardo De Palo
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Domenica 30 Dicembre 2018, 20:17
Tra i libri pubblicati di recente che meritano l'onore dei riflettori, va ricordato l'ultimo lavoro di Matthew Pearl, "La camera di Dante" (Rizzoli), un thriller ambientato nel Regno Unito di fine Ottocento, ben congegnato e frutto di un grande lavoro di ricostruzione storica. Lo scrittore americano (classe 1975) torna ai temi del suo fulminante esordio, Il circolo Dante (2003), ambientato a Boston nello stesso periodo; ma se in quel caso i delitti trovavano ispirazione dell'Inferno dantesco, ora è piuttosto al Purgatorio che bisogna guardare.

Il romanzo offre un fedele spaccato dell'ambiente artistico britannico; ma Pearl va oltre: le persone chiamate a indagare sulla nuova catena di delitti sono tutti scrittori di professione. Alfred Tennyson è il poeta laureato del Regno Unito, e in quanto tale gode di fama indiscussa (curiose le scene in cui viene importunato come accadrebbe oggi a una star di Hollywood); Robert Browning è un suo celebre collega dell'epoca; Oliver Wendell Holmes (che compariva anche nel primo romanzo) è l'accademico che ha tradotto e promosso Dante tra gli anglofoni. Spazio anche per altri celebri personaggi del passato, come l'artista preraffaelita, tormentato e decadente, Dante Gabriel Rossetti; ma è sua sorella Cristina la vera protagonista del romanzo: quando il fratello scompare nel nulla, è lei a cercarlo incessantemente, e a dare impulso alla trama.

Alcuni riconosceranno, nell'intreccio, gli avvenimenti reali, tratti dalle biografie dei poeti. Si ripercorre la tragica morte della moglie di Rossetti, Lizzie, uccisa dall'abuso di laudano: il compagno, reso folle dal dolore, arrivò a far seppellire assieme a lei le proprie opere poetiche incompiute, finché Swinburne non lo convinse a recuperarle, riesumando il suo corpo assieme al manoscritto. Ma il vero filo conduttore è costituito dai delitti, tutti ispirati alla Divina Commedia: la prima vittima è un membro del Parlamento, ucciso in un parco londinese, schiacciato da un masso; poi è la volta di una bella donna, in preda al terrore, con le palpebre cucite. Altri delitti arriveranno, e tutti saranno ispirati a un qualche castigo del Purgatorio. Solo in un caso la ricostruzione sembra poco credibile: quando l'eccentrico mecenate A.R. Gibson trova la morte costretto a correre senza tregua, come gli accidiosi danteschi, da un marchingegno tecnologico che pare troppo avanzato per l'epoca. Ma l'affresco storico resta affascinante. I poeti-detective riusciranno, infine, a risolvere il caso; quasi malgrado le indagini di Scotland Yard.

Il romanzo di Pearl è un nuovo segnale del grande fascino che Dante incontra nel mondo anglosassone; soprattutto come elemento portante di un thriller. Il personaggio di Dan Brown, Robert Langdon, è uno studioso di simbologia ma anche un esperto di Dante; ispirato in una certa misura all'Inferno è anche Dannati, di Glenn Cooper. Dalle nostre parti, va ricordato Giulio Leoni, che ha dato al poeta fiorentino le sembianze di un irascibile investigatore.
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