Femminicidio, quanta ipocrisia nei proclami contro

Femminicidio, quanta ipocrisia nei proclami contro
Non c'e'niente da fare, e'piu'forte di noi....

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Non c'e'niente da fare, e'piu'forte di noi. L'applicazione scientifica dell'ipocrisia furbetta e'una malattia nazionale, un'abitudine alla quale non sfugge nemmeno una tragedia come il femminicidio e il 25 novembre ad esso collegato, la data scelta per non dimenticare i 128 omicidi che da gennaio a oggi hanno tolto di mezzo 128 donne. L'ipocrisia mi indigna sempre. In questo caso, mi riesce impossibile tollerarla. Dunque, da un lato toni compunti, paginate solenni, interviste, commenti sul "corpo delle donne" messo in vetrina, venduto e, ahime', negli ultimi decenni anche con la complicita'della tv di Stato. Poi, basta un clic, vai sui siti web dei medesimi giornali che al femminicidio giustamente dedicano spazio e cosa scopri? Ogni giorno, con ossessiva ripetizione, trovi gli stessi nudi di donna spacciati come "gossip". Le stesse star, starlette, semivip naturalmente "sorprese" mentre si scopre la tetta, o si offre al povero paparazzo il gluteo ritoccato. La notizia e' che Tizia sta al mare, a Miami o a ai Caraibi. In realta' si offre al lettore voyeur un po'di carne. Con un clic. Donne in vetrina? Si, ma la nostra, sui nostri giornali (per fortuna, come ho verificato anche poco fa, non su questo sito). Merce. Merce acchiappa attenzione, offerta per aumentare il numero dei visitatori. Tutti noi vogliamo avere piu"visitatori, piu'lettori, ma davvero pensiamo che l'ipocrisia passi inosservata? Naturalmente poi sulla prima pagina di carta si sdottoreggera' con severita' sulla mala educacion che trasforma i fidanzati in carnefici. In prima pagina si analizzeranno i mille messaggi che incoraggiano il maschio autoctono a comportarsi da schizzato omicida. Ipocriti? Si, e anche schizofrenici. Come lettrice, prima di tutto come lettrice, mi sento presa in giro. Ma come? Sulla carta mi spieghi il come e il perche' la mancanza di rispetto verso le donne sia il motore primo della carneficina di donne e poi, sul web, pratichi la stessa tecnica furbetta, strizzi l'occhio al visitatore di passaggio, insomma fai quello per cui la tv anni 80 e seguenti e'stata, anche giustamente, criticata? Il 25 novembre e'un giorno che esige rispetto. Esercitiamolo davvero. E noi per primi.
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Il Messaggero