Concluso l'iter del prestito, da Fca arrivano 6,3 miliardi da Intesa San Paolo

La sede Fca ad Hauburn Hills
L’iter si è concluso, ora ci sono tutti i via libera affinché Intesa San Paolo possa erogare il corposo prestito di 6,3 miliardi alla filiale italiana del...

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L’iter si è concluso, ora ci sono tutti i via libera affinché Intesa San Paolo possa erogare il corposo prestito di 6,3 miliardi alla filiale italiana del colosso italo-americano con sede in Olanda Fiat Chrysler. Ieri mattina il dossier ha ricevuto l’ok preventivo della Corte dei Conti e nel pomeriggio è stato lo stesso ministero dell’Economia ad ufficializzare la conclusione del percorso. L’operazione rientra nell’operatività di Garanzia Italia, lo strumento messo in campo dalla Sace del gruppo Depositi e Prestiti per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza covid-19.


Il prestito rientra nel decreto Liquidità e riguarda le aziende di grandi dimensioni, con oltre 5.000 dipendenti ed oltre 1,5 miliardi di fatturato annuo. Sulla vicenda è intervenuto il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che ha più volte sottolineato nell’ultimo periodo la grande importanza del settore automotive in Italia, in particolare il ruolo chiave di Fca per l’occupazione e il Pil. Un riconoscimento non proprio allineato con l’operato del governo che nel decreto Rilancio non aiutato il settore dell’auto che opera in un mercato ormai alle corde che quest’anno ha perso già più di mezzo milione di vetture.

«È un’operazione di sistema - ha dichiarato il numero uno del Mef - con la quale si punta a preservare e rafforzare la filiera automotive italiana e a rilanciare gli investimenti, l’innovazione e l’occupazione in un settore strategico per il futuro economico e industriale del Paese. Il Governo verificherà l’attuazione degli impegni assunti da Fca Italy in questa direzione». È questo l’aspetto più delicato che tante polemiche ha scatenato quando l’azienda italiana del gruppo Exor ha annunciato di voler usufruire del prestito previsto dal provvedimento di Palazzo Chigi.

Polemiche che poi ci sono giustamente smorzate poiché, di tutto può esserci bisogno, meno che far allontanare l’industria dell’auto dal nostro paese. Fca ha dato alla Sace tutte le garanzie richieste dal decreto dell’Esecutivo, ma riguardano sopratutto l’utilizzo della cifra erogata dall’istituto di credito di Carlo Messina e non le strategie internazionali del gigante globale impegnato in un complesso dialogo con Psa che porterà alla fusione e alla creazione di una newco. Il nuovo gruppo sarà il quarto costruttore mondiale di auto, con quasi 9 milioni di veicoli e oltre 170 miliardi di fatturato, e avrà come primo azionista la Exor della famiglia Agnelli.


Il Lingotto si è impegnato, oltre a riportare gli impianti italiani a piena occupazione nel 2023 (promessa che aveva già fatto), a destinare solo 1,2 miliardi al pagamento dei fornitori esteri, mentre rimanenti rimarranno nel paese per pagare i dipendenti, sostenere le diecimila aziende della filiera e finanziare la ricerca e sviluppo. Secondo il Codacons bisogna ancora attendere il pronunciamento del Tar del Lazio sulla legittimità del prestito a una azienda non italiana. Ieri Piazza Affari ha sofferto (-3,4%), ma le società del Lingotto sono andate oltre la media con la Exor -6,1%, Cnh -5,8% a Fca -4,4%. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero