Coach Pop, basta una parola

Coach Pop, basta una parola
Su di lui si è detto e scritto un po' di tutto. Soprattutto per una certa necessità di compensare ciò che non dice lui. Al punto che i giornalisti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Su di lui si è detto e scritto un po' di tutto. Soprattutto per una certa necessità di compensare ciò che non dice lui. Al punto che i giornalisti chiamati a intervistarlo nell'intervallo ormai vanno incontro all'imbarazzante figuraccia anche con una certa dignità. Perché coach Pop - all'anagrafe Gregg Popovich – uno dei mostri sacri del basket americano, è tanto prodigo di insegnamenti per i suoi giocatori, quanto avaro di spunti da regalare ai giornalisti. Con i suoi San Antonio Spurs, quest'anno, ha compiuto l'ennesimo miracolo in regular season: miglior record della Nba con 62 match vinti e 20 persi e l'ennesima beffa a chi continua a ripetere a mo' di mantra che i suoi Spurs sono ormai troppo vecchi e che Duncan, Ginobili e Parker non sono più decisivi come un tempo. Ecco: l'impresa è servita e coach Pop è di nuovo allenatore dell'anno, per la terza volta in carriera. Tra gli highlights della sua stagione, uno per me sintetizza in modo magnifico il personaggio. Infila una serie di “non interviste” per qualche gara consecutiva al punto che i media americani, che stanno alle statistiche come Homer Simpson alla birra Duff, calcolano che, in quel ciclo di partite, coach Pop ha impegato 12,3 parole per liberarsi delle tre domande concesse ai media prima dell'inizio del quarto. Statistica fantastica che non sfugge a uno degli sponsor che, durante la diretta del match successivo, lancia il quesito: quante parole userà Popovich per rispondere al giornalista? Riuscirà l'inviato sul parquet a “estorcergliene” almeno 14? Pop, che in fondo con i reporter ha questo rapporto di odio e amore (vedi il messaggio d'affetto all'icona Craig Sager, colpito da leucemia), risponde alle tre domande in 15 parole totali. Scommessa vinta dal giornalista. Ma resterò convinto per tutta la vita che il caro vecchio Gregg abbia contato ogni singolo lemma per regalare al suo interlocutore solo quella parola in più necessaria a superare il test.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero