Da qualche anno vivo tra Roma e Parigi. Inutile evocare qui similitudini e differenze tra le due capitali piu' belle d'Europa e probabilmente del mondo. Mi limito a citare...
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La differenza tra i cavalli non potrebbe essere piu' vistosa. A Parigi sono i cavalli dell'esercito, esibizione muscolare della grandeur francese, ripresa, con maggior frequenza, dopo gli attentati degli anni recenti. Passano i militari a cavallo, attorno alle 7.30 del mattino, sul lungo Senna, in quai de la Tournelle, ed e' certo un'immagine forte quella che la lunga processione di militari impettiti su cavalli lucidi e in gran forma offrono ai parigini en marche verso l'ufficio.
A Roma, invece, nella mia popolare Testaccio, a svegliarmi e' stato finora il rumore delle botticelle. Rumore familiare e tutt'altro che marziale. Trasmette tradizione della vecchia Roma, se volete tutto quel che di piu' lontano c'e' dalla grandeur.
Le due immagini riflettono, piu' che mai, l'essenza dei due Paesi. Con la GranBretagna fuori dall'Europa, la Francia riacquista il ruolo di potenza militare forse in condivisione con la Germania. E l'Italia? Sara' ristretta al ruolo di potenza cultural-enogastronomica'turistica? Carrozzelle e mandolini?
Pensavo anche a questo mentre ascoltavo nell'annuale riunione di Confindustria il presidente Boccia e il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Entrambi hanno ribadito l'importanza di difendere e far crescere industria, ricerca e rapporti con l'universita'. Il turismo e' di sicuro un'assicurazione sul futuro dell'Italia. Ma non puo' essere la sola carta su cui puntare. E mentre i cavalli delle botticelle vanno in pensione, vale la pena di ricordare che quelli francesi di passaggio al mattino in quai de la Tournelle in pensione non andranno.
Le botticelle non difendono la sicurezza di un Paese. L'esercito (a cavallo o meno) invece si. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero