I cieli del pianeta si stanno svuotando. E non è per niente una buona notizia. Questo, in breve, il risultato di diversi studi della comunità scientifica...
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Pettirossi, migliaia catturati e uccisi per la "polenta con osei"
Eppure, i passerotti e le altre specie comuni, sono fondamentali per l'ecosistema che, senza di loro, rischierebbe il collasso. La diffusione dei semi, il controllo dei parassiti, la rigenerazione di boschi e foreste e, non ultimo, il ruolo essenziale di impollinazione, sono tra i compiti che la natura ha loro affidato e che svolgono egregiamente. Così, se un passerotto ben difficilmente potrebbe essere scambiato per un aquila, il suo lavoro che lo vede dietro le quinte, non è meno importante. Dal Nord America all'Europa il passo, o dovremmo dire volo, è breve. Anche nel Vecchio Continente però, la musica non cambia. Anche se gli studi, da quelli più datati del 2010, fino ai più recenti che vedono coinvolte la EBCC (EuropeanBirdLife organisation) la Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) e la Czech Society for Ornithology (CSO) le cifre non sembrano molto distanti da quelle drammatiche registrate oltreoceano che, con numeri simili e nonostante il ribasso che negli ultimi anni sembra attenuarsi, continua a preoccupare. Le cause di questo drammatico declino? La comunità scientifica indica, oltre ai cambiamenti climatici, quello delle nuove pratiche agricole e l'uso dei pesticidi quali cause delle grandi perdite di specie di uccelli di campagna. Da qui, due nuove strategie studiate per invertire la tendenza. La Farm to Fork Strategy e la EU Biodiversity Strategy. Dove la prima, punta a ridurre del 50% l'uso (e l'abuso) delle sostanze chimiche nei pesticidi entro il 2030, e la seconda che invece convertire il 10%delle aree agricole contraddistinte da grande biodiversità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero