Freya, ecco la mappa dei porti dove il tricheco andava prima di essere ucciso. «Ammazzato dai burocrati»

Freya, il tricheco ucciso in Norvegia (immag ripresa da Hugh Harrop diffusa da Sea Shepherd e Paul Watson sui social)
Non accennano a placarsi le polemiche innescate dall'incomprensibile uccisione del tricheco Freya in Norvegia. Il gigante buono, come era stato ribattezzato l'esemplare,...

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Non accennano a placarsi le polemiche innescate dall'incomprensibile uccisione del tricheco Freya in Norvegia. Il gigante buono, come era stato ribattezzato l'esemplare, era infatti divenuto una sorta di mascotte del porticciolo che frequentava. Nonostante qualche inevitabile danno provocato dalla mole ai piccoli natanti dove amava salire per prendere il sole, continuava ad essere seguito da una scuola di fan e turisti alla ricerca dello scatto perfetto. Una notorietà della quale avrebbe fatto volentieri a meno e che, purtroppo, le sarebbe costata addirittura la vita. Freya, infatti, oltre ad essere un grosso tricheco, era anche una tenerona.

 

 

Nonostante tutto e tutti, non si era mai sognata di spaventare o attaccare nessuno. Come ha ricordato in queste ore il capitano Paul Watson che, in qualità di fondatore del movimento ambientalista Sea Shepherd, ha dichiarato: «Era una creatura meravigliosa che è stata uccisa dai burocrati norvegesi». Parole senza mezzi termini che Watson ha voluto corredare con la mappa di tutti i porti frequentati liberamente da  Freya prima di essere ammazzata. «Guardate questa mappa, ci sono tutti i porti che Freya aveva frequentato durante i suoi viaggi», ha detto. «Era stata accolta nelle Shetland così come in Scozia. Era stata ammirata in Danimarca e nei Paesi Bassi. Infine, è stata uccisa in Norvegia».

 

 

 

 

A decidere di porre fine alla vita della povera Freya, era stato il Dipartimento della pesca che aveva ritenuto la sua ingombrante presenza un possibile pericolo. Pericolo? «Quale crimine aveva commesso?» Se lo continuano a chiedere milioni di persone che, come Paul Watson, sono rimaste inorridite. «Non riesco a capire quale mente possa razionalmente decidere di uccidere una creatura così adorabile»  ha sottolineato il leader di Sea Shepherd. Freya, infatti, non rappresentava una minaccia per nessuno. «Era soltanto un essere bellissimo che aveva cercato di sopravvivere in un mondo dominato dagli umani». Quegli stessi uomini che alla fine, dopo le foto di rito, non sono stati capaci di accettarla. 

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Il Messaggero