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Accovacciato accanto alla finestra, in un “appartamentino da scapolo a due passi da Regent’s Park” nel cuore di Londra, il dalmata Pongo si sta profondamente annoiando. È l’inizio de “La carica dei 101”, lungometraggio Disney del 1961, che ha ispirato sequel e riedizioni live action. Nel film quella placida tranquillità viene ben presto scombussolata, eppure, rivedendo quelle prime scene, viene da chiedersi: possiamo aiutare i nostri amici a quattro zampe a non annoiarsi e soffrire quando si ritrovano a trascorrere lunghe giornate tra palazzi e marciapiedi? I nostri animali possono divertirsi e vivere serenamente anche in 70 metri quadri senza un giardino in cui correre in libertà? Ne è convinta Alessandra Piccolo, educatrice cinofila con una laurea in zootecnia, ora in libreria con “Il cane in città” (Tea, euro 16), in cui raccoglie consigli e suggerimenti per chi desidera accogliere un cane ma abita in un grande centro urbano. «Le città ormai sono pet-friendly: se i proprietari si rimboccano le maniche e trovano qualche compromesso, tutti i cani possono vivere bene anche lontano dalla campagna, - nota Piccolo. - Se si instaura una buona routine, si seguono le esigenze degli animali, si programmano uscite soddisfacenti e attività interessanti, un cane può essere felice anche in spazi più ridotti, indipendentemente dalla sua taglia».
La casa è la tana
Spazi ridotti, ma accoglienti in cui il cane si trovi a suo agio: «Come per gli uomini, la casa è lo spazio in cui ci si riposa, si mangia e si sta tranquilli, - spiega l’educatrice. – Una cuccia, la cesta dei giochi, due ciotole per acqua e cibo: basta questo per creare quella comfort zone di cui il cane ha bisogno».
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L’importanza della routine
Il cane è un animale abitudinario, necessita di regole e routine per restare tranquillo. «Un cane educato è un cane felice», ricorda sorridendo Piccolo, che segnala l’importanza di condividere con il proprio compagno a quattro zampe tempo di qualità ogni giorno, senza limitarsi al giro dell’isolato per i bisogni fisiologici. «A chi lavora in ufficio, consiglio di portare fuori il cane come prima cosa al mattino per un’uscita di qualità: che sia al parco o in un’area cani, l’importante è che il nostro animale possa correre e sfogarsi. Rientrati a casa, si riempie la ciotola con la pappa in modo che il cane possa mangiare per poi dormire mentre il padrone è in ufficio. Un’altra breve uscita andrebbe organizzata verso l’ora di pranzo, ricorrendo all’aiuto di conoscenti o dog sitter, mentre al ritorno del proprietario deve coincidere altro tempo di qualità, fatto di corse o lunghe passeggiate, magari cercando di cambiare zona di settimana in settimana. Il cane così si diverte, al rientro mangia e si riposa prima di un ultimo giretto prima di dormire». Le case saranno piccole e spesso senza giardino, ma in città il cane ha tutto ciò che lo fa stare bene: «Da Torino a Milano, per non parlare di Roma: nel nostro Paese ci sono tantissimi parchi in cui rilassarci con i nostri animali. Anche quando non possono essere slegati: la gente tende a sottovalutare il valore della camminata, un'azione semplice che al cane piace tantissimo». Cosa fare invece in casa per non far annoiare il nostro Pongo? «Tantissime attività, - rassicura l’esperta. – Esistono interessanti giochi di attivazione mentale, come i tappeti olfattivi o lo scatole a cassetti. Si può organizzare una caccia al tesoro, magari nascondendo un oggetto di gomma masticabile in cui nascondere un biscotto, come premio per l'ottima ricerca». Senza dimenticare le coccole: «Quelle non devono mancare mai».
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Il Messaggero