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È stata trovata così. Stramazzata al suolo sul prato verde del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, in agro di Altamura, nel Barese. Sulla povera carcassa della lupa, due fori di proiettili e attorno, per centinaia di metri, i segni di un folle inseguimento. Qualcuno, armato e in vena di follie, doveva aver inseguito la povera bestiola, probabilmente stremata e forse già ferita, a bordo di un fuoristrada per chissà quanto tempo. Poi, una volta a tiro, doveva averla finita sul posto. Così, come documentato dalla drammatica immagine pubblicata sui social da Pasquale Salvemini e dal gruppo Facebook "I Grandi Predatori Italiani", quello che rimane del fiero predatore è tutto in quel lenzuolo bianco e in quella smorfia di dolore che non ha suscitato remore né pietà alcuna al suo aguzzino.
«Insieme alla collega Francesca Silvestri, all'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia e il CTA dei Carabinieri Forestali di Altamura - spiega al Messaggero il ricercatore e tecnico Ispra Lorenzo Gaudiano - abbiamo periziato l'animale il 24 dicembre scorso nel pomeriggio». E poi, «verosimilmente, la lupa è stata sparata il giorno prima». Il rinvenimento dell'esemplare è avvenuto nell'area 238, non lontano da San Giuseppe a Altamura. Ennesima vittima del bracconaggio che, insieme ai numerosi investimenti accidentali registrati negli ultimi anni, stanno decimando la specie pressochè in tutto il territorio nazionale. Dopo i primi accertamenti di rito, tenuti sul luogo del tragico rinvenimento, la carcassa dell'animale è stata trasferita presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata dove sono previste ulteriori e approfondite analisi.
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