Il delfinario di Rimini si trasforma. Diventerà un ospedale per le tartarughe.

Il delfinario di Rimini prima della chiusura (immagine pubblicata da Ansa)
La vicenda del delfinario di Rimini la ricordiamo tutti. Iniziata nel lontano 1968, era terminata nel 2013 quando, con la struttura giudicata non idonea e i problemi realtivi alla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La vicenda del delfinario di Rimini la ricordiamo tutti. Iniziata nel lontano 1968, era terminata nel 2013 quando, con la struttura giudicata non idonea e i problemi realtivi alla salute dei delfini detenuti, Lapo, Sole, Luna e Alfa, ora all'acquario di Genova, si erano riaccesi i riflettori su uno dei delfinari della riviera adriatica. Così, una volta chiuso, il destino del vecchio delfinario aveva segnato il passo. Almeno fino ad oggi perchè, è notizia di queste ore, dove si esibivano delfini e leoni marini, sorgerà un ospedale per le tartarughe.


A presentare la proposta, la Fondazione Cetacea e il Club Nautico che, a questo punto e vista la scadenza del termine ultimo di presentazione del bando indetto dal Comune, saranno i nuovi gestori della struttura riminese. Oltre all'ospedale, con annesso centro di riabilitazione, quella che già oggi viene definita un'oasi, vedrà lo svolgimento di attività didattiche che possano avvicinare i giovani alla conoscenza della fauna marina dell'Adriatico, una scuola di vela e la possibilità di uscite in mare dove, con un pò di fortuna, si potrebbero incontrare i delfini, senza pagare il biglietto.    Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero