Quando riprenderanno le normali attività lavorative, passata in parte l'emergenza coronavirus, chi ha un cane dovrà tener presente un problema in più:...
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Professor Colangeli, c’è un problema per i cani nella fase post-emergenza del Covid-19?
Sicuramente sì, c’è nei cani che già hanno o avevano difficoltà a rimanere da soli. C’è un’ansietà legata alla separazione che chiamiamo ‘sindrome da iperattaccamento’. I cani stati tutti contenti di questo Covid-19 perché si sono trovati a casa in compagnia. Nell’attività clinica comportamentale lo riscontriamo per esempio già a settembre, con il ritorno dalle vacanze. Tra i cani, chi è più patologico, lo riacutizzerà.
Ci sono soluzioni che si possono seguire?
Bisogna capire qual è la sintomatologia. Tra i rimedi può esserci anche un ritorno alla normalità con tecniche che servono per aumentare la calma in assenza del proprietario. Per esempio, è utile mantenere una vita attiva con il cane, facendolo uscire o portandolo al parco.
Esistono cure?
Se un cane era già patologico prima e poi peggiora, è d’obbligo una visita da un medico veterinario esperto in comportamento. Eventualmente si possono somministrare tutta una gamma di ferormoni, medicine naturali e farmaci, fino a diminuire il suo stato ansioso.
Quali sono i sintomi dell’ansia in un cane?
I sintomi dell’ansia in assenza del proprietario sono diverse. Generalmente o si tratta di minzioni o defecazioni ‘emozionali’, subito dopo che il proprietario lascia l’abitazione, o vocalizzi, lamenti o guaiti. Ma ci sono anche le distruzioni in casa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero