Carne di coccodrillo: si può mangiare, è arrivato il via libera del Ministero della Salute ma solo per quelli di allevamento del Nilo

Il famoso ritornello della canzone si chiedeva quale fosse il verso dell'animale: «Come fa?», ora potrebbe cambiare «Il coccodrillo di che sa?»

Coccodrillo: si può mangiare?
Il coccodrillo come fa? Già, il verso del coccodrillo non è ancora chiaro, quel che è sicuro è che presto quel refrain d'annata potrebbe...

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Il coccodrillo come fa? Già, il verso del coccodrillo non è ancora chiaro, quel che è sicuro è che presto quel refrain d'annata potrebbe trasformarsi in "che sapore ha?". Si perché per quanto singolare possa sembrare, è proprio questo uno dei temi che l'Unione Europea continua a discutere da anni. E il crescente interesse nei confronti della carne dei rettili, sembra cominciare a dare frutti, anche nel nostro Paese. È di pochissimi giorni fa, infatti, la nota del Ministero della Salute indirizzata anche al Minstero della transizione ecologica, Direzione Generale per il patrimonio naturalistico Autorità di Gestione CITES, con le linee guida dettate dalla UE sul tema che, come indicato nell'oggetto, recita: "scambi intra-UE e importazioni di carni di rettili di allevamento".

Le condizioni del Ministero

Un titolo che la dice lunga sulla fine poco onorevole che si prospetta per uno degli abitanti più antichi del pianeta che, dopo essere stato trasformato in borsette, potrebbe finire nel piatto. Diverse le specie di rettili, tra serpenti e coccodrilli vari, indicate nella nota del Ministero che spiega per filo e per segno quanto segue: «Pertanto, secondo la normativa dell'UE le carni di rettili di allevamento possono essere importate e commercializzate sul territorio dell'UE e perciò anche in Italia, se soddisfano le seguenti condizioni: provengono da Paesi terzi che figurano nell'elenco di cui all'allegato XIV del regolamento di esecuzione (UE) 2021/405; sono scortate all'atto dell'introduzione nell'UE dal certificato sanitario di cui al regolamento di esecuzione (UE) 2020/2235; non ci sono nuovi alimenti ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283 o sono autorizzate ai sensi dell'articolo 6 del regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione».

Insomma, una serie di numeri e regolamenti che si traducono in quanto segue: «Per quanto riguarda l'ultima condizione, al momento le uniche carni di rettili d'allevamento per le quali vi sono informazioni certe di consumo significativo prima del 1997 sono quelle appartenenti alla specie Crocodylus nilotikus. Tali carni non sono, infatti, nuovi alimenti ai sensi dell'art.3 del regolamento (UE) 2015/2283 dunque, per essere immesse sul mercato dell'Unione non necessitano di essere autorizzate ai sensi dell'articolo 6 dello stesso regolamento». Con buona pace del povero coccodrillo del Nilo. A proposito, di che sa?

 

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Il Messaggero