Aquila reale uccisa nel nido mentre cova: ambientalisti offrono mille euro di ricompensa a chi trova il cacciatore

Un'aquila reale, specie protetta e a rischio di estinzione, è stata uccisa a fucilate da un cacciatore nel suo nido, mentre stava covando, e ora gli ambientalisti...

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Un'aquila reale, specie protetta e a rischio di estinzione, è stata uccisa a fucilate da un cacciatore nel suo nido, mentre stava covando, e ora gli ambientalisti offrono mille euro di ricompensa a chi trova il bracconiere. Accade sui pendii sopra Gais (Bolzano), in Val Pusteria: il guardiacaccia della zona, Markus Kaiser, ha osservato l'aquila immobile per otto ore nel nido e ha capito il dramma: accanto all’aquila morta, due piccoli completamente formati e un paio di uova non ancora dischiuse.


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Indignazione e rabbia dagli animalisti espressa dalle dure prese di posizione di LacWwf Trentino e Wwf Bolzano. L’associazione Naturtreff Eisvogel ha offerto una ricompensa di 1.000 euro a chiunque sia in grado di fornire informazioni utili a identificare l’autore del gesto che, dicono, ha screditato tutti i cacciatori. L’episodio è stato condannato anche dal presidente dell’Associazione Cacciatori Alto Adige, Günther Rabensteiner: «Intollerabile».

 


«Sfortunatamente, in alcune menti arretrate - scrive Naturtreff Eisvogel sulla propria pagina Facebook - ancora oggi, quando nessuno deve più combattere con la natura per la nuda sopravvivenza, il concetto delle cosiddette ‘specie nocive’ è rimasto. Questo modo di pensare probabilmente ha portato all’atto assolutamente spregevole dell’uccisione di un’aquila reale sui pendii sopra Gais. Lì, vigliaccamente, o per motivi ancora più bassi, un’aquila reale rigorosamente protetta è stata uccisa direttamente nel nido! Il tiratore ha sparato all’uccello mentre stava covando, non preoccupandosi di lasciare lentamente morire eventuali giovani nel nido per il freddo o per la fame”. L’associazione aggiunge: “Questa azione deve essere condannata severamente e chiunque conosca l’identità del colpevole deve essere consapevole che, con il suo silenzio, è complice della distruzione di un patrimonio naturale che appartiene a tutti noi. Se l’autore è un cacciatore, il suo comportamento ha screditato l’intera comunità di cacciatori. Coloro che coprono un simile atto non sono migliori di questo miserabile bracconiere!”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero