Arriva la vodka fatta con i cereali di Chernobyl: «Ma sarà completamente sicura»

Arriva la vodka fatta con i cereali di Chernobyl: «Ma sarà completamente sicura»
La scienza dice che sarà completamente sicura. E, comunque, non più pericolosa di altre bevande alcoliche. E’ la Vodka fatta con i cereali e con l’acqua...

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La scienza dice che sarà completamente sicura. E, comunque, non più pericolosa di altre bevande alcoliche. E’ la Vodka fatta con i cereali e con l’acqua della zona proibita di Chernobyl, in Ucraina, luogo più vicino all’incidente nucleare del 1986. Ad assicurare la qualità che avrà Atomik (questo il nome del futuro liquore) è uno studio dell’Università di Portsmouth, che ha presentato i risultati di un progetto di ricerca triennale sul trasferimento della radioattività alle colture coltivate nella zona di Chernobyl.


Il team ha riscontrato un po' di radioattività nel grano: i livelli dello stronzio-90 (un isotopo radioattivo dello stronzio che è prodotto dalla fissione nucleare dell'uranio) sono leggermente al di sopra del limite ucraino di 20 becquerel per chilo. Tuttavia, spiegano gli studiosi, poiché la distillazione riduce le impurità nel grano, l'unica radioattività che si potrebbe rilevare nell'alcool è il carbonio-14 allo stesso livello che ci si aspetterebbe da qualsiasi bevanda con spirito.

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Gli studiosi hanno diluito l'alcool distillato con acqua minerale dalla falda acquifera nella città di Chernobyl (a 10 km a Sud del reattore), che ha una chimica simile a quella delle acque sotterranee nella regione dello Champagne, in Francia, e che è anche priva di contaminazioni. 

Ora l'idea è quella di fondare un'impresa per iniziare a produrre e vendere Atomik (ora ne è stata fatta solo una bottiglia): le prime piccole produzioni sperimentali dovrebbero essere avviate già quest'anno. L'intenzione è di produrre il liquore e restituire il 75% dei profitti alla comunità locale.

Per la realizzazione della ricerca sono stati assegnati poco più di 100mila euro dall'inglese Natural Environment Research Council.
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Il Messaggero