Verdura che uccide, dalla mandragora ai funghi e non solo: come evitare le trappole della natura

I rischi che si nascondono tra boschi e campagne: i consigli degli esperti

Verdura che uccide, dalla mandragora ai funghi e non solo: come evitare le trappole della natura
A spasso in campagna o nei boschi la tentazione di raccogliere qualcosa di buono e genuino è sempre forte. Ma improvvisarsi esperti di verdure può costare caro. Lo...

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A spasso in campagna o nei boschi la tentazione di raccogliere qualcosa di buono e genuino è sempre forte. Ma improvvisarsi esperti di verdure può costare caro. Lo sanno bene i medici dei centri antiveleni dove spesso arrivano richieste di aiuto da parte di persone che hanno ingerito funghi velenosi oppure piante che all’apparenza sembravano radicchio selvatico, genziana o borraggine.

 

Mandragora, cos'è e quali sono i rischi? Dalla vista offuscata al rischio coma

 

All’ospedale Niguarda di Milano per mettere in guardia dal rischio di finire intossicati hanno messo nero su bianco l’elenco delle specie officinali tossiche. Attenzione massima, dunque, a riconoscere il colchico, l’aconito, il veratro, mandragora e belladonna. «Spesso si confonde il colchicum con lo zafferano oppure la mandragora con gli spinaci – mette in guardia Adriano Marocco, ordinario di genetica agraria dell’Università Cattolica di Piacenza - Un altro problema è causato anche da una errato riconoscimento dell’amanita falloide che è mortale, ma essendo simile a diversi funghi spesso viene raccolta». Le conseguenze sono molto gravi. «In generale, la tossicità delle piante – precisa Lorenzo Stagnati, ricercatore di genetica agraria dello stesso ateneo - può provocare sia dermatiti da contatto, sintomi gastrointestinali, problemi al cuore, respiro affannoso, allucinazioni, delirio. E anche la morte. Ma non si può generalizzare. Dipende sicuramente dalla specie che si ingerisce, eventualmente da come questa specie è stata preparata. Un esempio: ci sono funghi comunemente utilizzati come commestibili e se non adeguatamente cotti risultano tossici». Ma non sempre la cottura mette al riparo da eventuali pericoli per l’organismo. «I rischi sono legati al tipo di molecola, alcune si inattivano con la cottura, come per esempio nel caso dei funghi chiodini, in altri no». I sintomi comunque non vanno mai sottovalutati – rimarcano i due esperti - perché possono insorgere subito o dopo un certo lasso di tempo; in alcuni casi si risolvono anche spontaneamente, però spesso è necessario il ricorso all’ospedale.

 

 


PRUDENZA


Per individuare le piante commestibili servono conoscenze adeguate. «Una persona esperta – raccomanda Marocco - non si dovrebbe confondere, anche perché in questo periodo le mandragore dovrebbero essere in fioritura, hanno fiorellini viola; gli spinaci invece presentano fiori completamente diversi e fioriscono in un periodo differente. In autunno, poi, fioriscono il colchico e lo zafferano, che si assomigliano, hanno un colore molto simile, e così le persone inesperte raccolgono fiori di colchico per fare il risotto. La borragine poi viene confusa con la digitale. Non dimentichiamo però che quando le piante arrivano alla fioritura e completano il loro ciclo di sviluppo hanno caratteri aggiuntivi rispetto alle foglie. Per esempio, i fiori della borragine sono blu, mentre quelli della digitale sono violetti e campanulati. E quindi è più facile riconoscerle». 
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Il Messaggero