Mandragora, cos'è e quali sono i rischi? Dalla vista offuscata al rischio coma

I sintomi vanno da nausea, vomito e problemi intestinali, fino ad allucinazioni, delirio e tachicardia

Mandragora, perché è così pericolosa? Sostanze allucinogene e velenose, spesso scambiata per lattuga
La mandragora è balzata agli onori della cronaca per la sospetta intossicazione di 10 persone in provincia di Napoli. La pianta, verosimilmente ingerita dai...

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La mandragora è balzata agli onori della cronaca per la sospetta intossicazione di 10 persone in provincia di Napoli. La pianta, verosimilmente ingerita dai malcapitati protagonisti della vicenda, è largamente distribuita in tutto il Mediterraneo. Tutte le sue parti sono potenzialmente pericolose per la presenza di sostanze dalle proprietà allucinogene.

 

Cos'è la mandragora

«Le proprietà farmacologiche della pianta - scrivono gli autori del capitolo dedicato alla pianta nel libro Neuropathology of Drug Addictions and Substance Misuse - erano note fin dall'antichità. Tutte le sue parti sono velenose e contengono alcaloidi come scopolamina, atropine e ioscina. La pianta era usata a scopo lenitivo, analgesico, anestetico e afrodisiaco, ma anche per le proprietà allucinogene. Ci sono diversi report di avvelenamento accidentale per la sua grande somiglianza con altre piante comuni e commestibili, come alcuni tipi di lattuga, o per il consumo da parte dei bambini delle sue bacche».

La mandragora è un'erba perenne della famiglia delle solanacee con fiori di un blu pallido, frutti gialli, foglie oblunghe ovali e radici spesse, carnose e spesso biforcute, che secondo le leggende assomigliano a volti umani e dove sono più concentrate le sostanze pericolose.

 

I sintomi 

 

Dalla vista offuscata alle allucinazioni fino al coma, sono alcuni degli effetti della mandragora, una pianta comune simile a verdure commestibili. «È diffusa soprattutto nel Sud Italia e con relativa frequenza veniamo consultati per casi di intossicazione, soprattutto in primavera, ma non è l'unica erba spontanea da temere». A chiarire gli effetti di questa pianta responsabile dell'intossicazione di una decina di persone nel napoletano è Marcello Ferruzzi, tossicologo del Centro antiveleni dell'Ospedale Niguarda di Milano.

 

Come agisce 

Non solo elisir di salute, piante e verdure possono essere anche pericolose. In particolare la mandragora, protagonista anche della celebre commedia del Macchiavelli, era usata in passato come erba medicinale. Chiamata erba delle streghe, appartiene alla famiglia delle Solanacee e veniva utilizzata come sedativo, narcolettico e afrodisiaco. L'avvelenamento, oggi, avviene per confusione con altre verdure commestibili, come spinaci, insalata o borragine. «In genere - spiega Ferruzzi - si tratta di errori durante la raccolta da parte di persone non molto esperte. Abbiamo segnalazioni di casi sporadici e la sintomatologia è abbastanza tipica: da visione offuscata dovuta a midriasi all'allargamento delle pupille. Può provocare anche bocca secca, costipazione, arrossamento della cute, febbre, sonnolenza ma anche vertigini, confusione, convulsioni, tachicardia, fino alle allucinazioni. Nei casi più gravi si arriva al coma. La sua azione, infatti, agisce in modo diretto sui recettori muscarinici, bloccando il sistema parasimpatico, con effetti simili a quelli dell'atropina, sostanza estratta dalla Belladonna e usata come farmaco». La gravità dei sintomi è dovuta a diverse variabili, in primis la quantità assunta e il fattore tempo: più tardi si interviene e peggio è. «In genere - chiarisce - in ospedale i pazienti sono trattati con decontaminazione gastroenterica con lavanda gastrica, somministrazione di carbone attivato come assorbente e, nei casi più gravi, con un antidoto specifico, la fisostigmina. Questo fa sì che in generale, le persone portate in ospedale possono esser trattate, ma questo può richiedere anche diversi giorni in terapia intensiva». La mandragora non è però l'unica pianta spontanea da temere. «Un altro errore potenzialmente mortale è l'assunzione del colchico scambiato per aglio selvatico, o del veratro scambiato per la genziana. Nella raccolta di erbe di campo - conclude Ferruzzi - l'errore è dietro l'angolo, per questo va fatta con estrema attenzione solo da chi ha occhi esperti. Così come per i funghi».

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Il Messaggero